LA SESTA MARCIA VIOLA
Sesta vittoria consecutiva per i Viola,
non succedeva da quasi 60 anni. Vittoria significativa, arrivata contro un
avversario di valore e in corsa per
raggiungere il proprio obiettivo. Viola che allungano su Samp e Atalanta e che
adesso occupano il settimo posto in solitario
Diciamola tutta, tentare di dare una
spiegazione logica a quanto sta accadendo intorno alla Fiorentina sta
diventando sempre un po’ più complicato.
Con la Roma è arrivata la sesta vittoria
consecutiva eguagliando il record lontano, lontanissimo, della stagione
1959-60. Che per la cronaca si concluse con il secondo posto Viola alle spalle
della solita Juventus. Quella di Sabato
è stata una vittoria diversa dalle precedenti in virtù dell’avversario e
delle assenze e dimostra, una volta in più, che la Fiorentina è pronta a
giocarsi fino in fondo le sue chance di
qualificazione all’Europa.
spiegazione logica a quanto sta accadendo intorno alla Fiorentina sta
diventando sempre un po’ più complicato.
Con la Roma è arrivata la sesta vittoria
consecutiva eguagliando il record lontano, lontanissimo, della stagione
1959-60. Che per la cronaca si concluse con il secondo posto Viola alle spalle
della solita Juventus. Quella di Sabato
è stata una vittoria diversa dalle precedenti in virtù dell’avversario e
delle assenze e dimostra, una volta in più, che la Fiorentina è pronta a
giocarsi fino in fondo le sue chance di
qualificazione all’Europa.
LA
PARTITA – La Fiorentina
è stata brava e fortunata. I Viola hanno il merito di sbloccare subito la gara
grazie alla rete di Benassi, che non
segnava dal 29 Ottobre in occasione della sfida persa contro il Crotone. Un gol
importante che forse ha saputo minare la già fragili certezze dei giallorossi,
probabilmente ancora un po’ emotivamente zavorrati dall’ingiusta e sproporzionata
debacle di Barcellona. Il raddoppio arriva quasi allo scadere del primo tempo
con Simeone, bravo a liberarsi della
morsa di Manolas e Bruno Peres e a superare Alisson in scivolata. Terzo gol consecutivo per il Cholito, fischiato dai tifosi romanisti
a causa della marcata lazialità di papà Diego. E la Roma? I giallorossi in
verità non demeritano, anzi. Nonostante l’ampio turnover i ragazzi di Di
Francesco creano più volte i presupposti per riprendere il match, ma Sportiello
e una buona dose di sfortuna (un palo, due traverse) glielo impediscono.
PARTITA – La Fiorentina
è stata brava e fortunata. I Viola hanno il merito di sbloccare subito la gara
grazie alla rete di Benassi, che non
segnava dal 29 Ottobre in occasione della sfida persa contro il Crotone. Un gol
importante che forse ha saputo minare la già fragili certezze dei giallorossi,
probabilmente ancora un po’ emotivamente zavorrati dall’ingiusta e sproporzionata
debacle di Barcellona. Il raddoppio arriva quasi allo scadere del primo tempo
con Simeone, bravo a liberarsi della
morsa di Manolas e Bruno Peres e a superare Alisson in scivolata. Terzo gol consecutivo per il Cholito, fischiato dai tifosi romanisti
a causa della marcata lazialità di papà Diego. E la Roma? I giallorossi in
verità non demeritano, anzi. Nonostante l’ampio turnover i ragazzi di Di
Francesco creano più volte i presupposti per riprendere il match, ma Sportiello
e una buona dose di sfortuna (un palo, due traverse) glielo impediscono.
IL
MOMENTO – Quella di Roma
è una vittoria inaspettata che allunga la striscia positiva dei Viola
cominciata con il Chievo lo scorso 25 Febbraio. Una vittoria diversa dalle
precedenti perché la Roma era avversario
forte e motivato e perché arrivata nonostante le pesanti assenze di Badelj e, soprattutto, Federico Chiesa. Pioli ha scelto di
sostituire l’enfant prodige Viola con
il misterioso Eyesseric, che a dire il vero si è visto molto poco, ma niente è
cambiato nella sostanza di una squadra che sembra avere nello spirito e
nell’unione di gruppo il suo vero valore aggiunto. La difesa è tornata solida,
il centrocampo garantisce filtro ed inserimenti, l’attacco finalmente sembra
aver compiuto quel necessario passo in avanti. Cercare spiegazioni limitandosi
ad un’analisi tecnico-tattica è pretesa razionale ma che al tempo stesso rischia di essere riduttiva. Il nuovo modulo
scelto da Pioli ha dato equilibrio, compattezza e soprattutto un ruolo ad un
Saponara che finalmente è diventato il faro offensivo di una squadra che non
può prescindere dalla sua tecnica e dalle sue idee. La presenza dell’ex Empoli
è un toccasana per tutti i compagni, in particolare per Chiesa e il Cholito Simeone, il quale sembra stia
vivendo la sua personalissima primavera ritrovando verve e gol pesanti. Ma non
è tutto qui, non può esserlo. E’ impossibile negare che da quel maledetto 4 Marzo
qualcosa sia cambiato. “Ogni giorno dopo
l’allenamento nessuno vuole andare a casa e vogliamo stare insieme, è l’unica
forma per non pensare a quello che è successo ed essere più forti” dirà lo
stesso Simeone al termine della partita con i giallorossi. Poche parole ma
molto significative, che dimostrano come dietro al momento d’oro della
Fiorentina centrino poco schemi e moduli. E allora avanti tutta Viola, con la
sesta marcia inserita.
MOMENTO – Quella di Roma
è una vittoria inaspettata che allunga la striscia positiva dei Viola
cominciata con il Chievo lo scorso 25 Febbraio. Una vittoria diversa dalle
precedenti perché la Roma era avversario
forte e motivato e perché arrivata nonostante le pesanti assenze di Badelj e, soprattutto, Federico Chiesa. Pioli ha scelto di
sostituire l’enfant prodige Viola con
il misterioso Eyesseric, che a dire il vero si è visto molto poco, ma niente è
cambiato nella sostanza di una squadra che sembra avere nello spirito e
nell’unione di gruppo il suo vero valore aggiunto. La difesa è tornata solida,
il centrocampo garantisce filtro ed inserimenti, l’attacco finalmente sembra
aver compiuto quel necessario passo in avanti. Cercare spiegazioni limitandosi
ad un’analisi tecnico-tattica è pretesa razionale ma che al tempo stesso rischia di essere riduttiva. Il nuovo modulo
scelto da Pioli ha dato equilibrio, compattezza e soprattutto un ruolo ad un
Saponara che finalmente è diventato il faro offensivo di una squadra che non
può prescindere dalla sua tecnica e dalle sue idee. La presenza dell’ex Empoli
è un toccasana per tutti i compagni, in particolare per Chiesa e il Cholito Simeone, il quale sembra stia
vivendo la sua personalissima primavera ritrovando verve e gol pesanti. Ma non
è tutto qui, non può esserlo. E’ impossibile negare che da quel maledetto 4 Marzo
qualcosa sia cambiato. “Ogni giorno dopo
l’allenamento nessuno vuole andare a casa e vogliamo stare insieme, è l’unica
forma per non pensare a quello che è successo ed essere più forti” dirà lo
stesso Simeone al termine della partita con i giallorossi. Poche parole ma
molto significative, che dimostrano come dietro al momento d’oro della
Fiorentina centrino poco schemi e moduli. E allora avanti tutta Viola, con la
sesta marcia inserita.
Filippo Tamburini
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