Felipe Anderson tre anni fa, dopo un inizio non semplice in Italia, sembrava dovesse diventare un crack mondiale. Il Manchester United era pronto a investire 40/50 milioni sul talento brasiliano, poi non se ne fece nulla. Felipe è un classe 1993, nella scorsa stagione con l’ arrivo sulla panchina di Inzaghi, ha spesso ricoperto il ruolo di esterno, nel 3-5-2, sacrificando spesso le sue caratteristiche che sono da seconda punta, come anche il mister biancoazzurro ha affermato più volte.
L’ INFORTUNIO ALL’ ADDUTTORE DI FELIPE ANDERSON
Con la partenza verso il principato di Monaco di Keita Baldé, nei piani tattici della Lazio, avrebbe dovuto prendere lui il suo suo posto. Invece il brasiliano si è fermato ancor prima che il campionato iniziasse: tendinopatia all’adduttore, la diagnosi dell’ infortunio che lo ha tenuto fermo dal 30 luglio 2017. Tornato ad allenarsi parzialmente in gruppo da fine ottobre, tra fase di riatletizzazione dovuta allo stop e altri guai muscolari è tornato in campo soltanto l’ 11 dicembre nella sconfitta della Lazio all’ Olimpico contro il Torino.
L’ ESPLOSIONE DI LUIS ALBERTO
Nella testa del calciatore era scontato che messo da parte il lungo infortunio sarebbe stato lui il titolare nello scacchiere di Inzaghi, ma nel frattempo l’ esplosione di Luis Alberto ha mutato gli scenari. Anderson gioca titolare una sola partita, quella contro L’ Udinese il 24 gennaio scorso, quando va anche il gol, portando a due il suo bottino personale stagionale, dopo aver messo il suo nome nel tabellino anche di Lazio Crotone. Luis Alberto è diventato il partner ideale per Immobile (Lo spagnolo ha tra l’ altro in settimana rinnovato il contratto fino al 2022 con un cospicuo aumento di stipendio).
LA LITE CON INZAGHI
Felipe lo ha capito, il ragazzo viene descritto come uno con una personalità abbastanza fragile, bisognoso di coccole e affetto da parte di tifoseria e tecnico. La sconfitta interna con il Genoa ha fatto definitivamente scoppiare il caso. Entra al 70′ in campo nel tentativo di Inzaghi di portare i tre punti a casa, gioca(?) male, ha un atteggiamento svogliato e irritante nello scorcio di partita in cui è in campo, l’ Olimpico deluso dal gol preso da Laxalt al 90′, fischia il brasiliano. Poi la lite con il mister nello spogliatoio che molti raccontano: Inzaghi avrebbe detto al brasiliano “Se continui così non giochi più con me” e Anderson gli avrebbe risposto “Te la prendi sempre con me quando perdiamo…”
Sembra che poi la discussione sia degenerata fino a sfiorare lo scontro fisico. Si parla anche di una frase detta dall’ estrosa ala: “Potevo rimanere in Brasile (riferito al periodo trascorso in Sud America durante la pausa di campionato), invece di tornare qui”.
CESSIONE DI FELIPE ANDERSON
La crisi è oramai conclamata, Inzaghi ha una grana in più, il momento non è certo il migliore. La Lazio per la prima volta ha perso due volte consecutivamente e sabato sera si va a Napoli a giocare contro la capolista. Ieri la voce che durante la finestra di mercato di gennaio il procuratore del calciatore avesse chiesto la cessione. La società avrebbe aperto all’ ipotesi, chiedendo all’ entourage di portare proposte concrete, che sarebbero arrivate, ma valutate troppo basse.
EUROPA LEAGUE, COPPA ITALIA, CAMPIONATO
La settimana prossima ricomincia l’ Europa League, ci sarà il ritorno di Coppa Italia con il Milan e un intenso calendario di campionato dove la Lazio punta fortemente a qualificarsi per la prossima Champions League. Le chance Felipe Anderson in teoria le avrà per scendere in campo, Inzaghi permettendo. Ma è interesse comune che la frattura si ricomponga per il bene di tutti. Sarà abilità del tecnico e di Tare mettere nelle condizioni il giocatore di ritrovare serenità e fiducia che da solo sembra non in grado di raggiungere.
LA SAUDADE DI FELIPE ANDERSON
La Saudade, sentimento difficilmente traducibile in italiano, caratteristico della cultura lusitana e brasiliana, ha attanagliato Felipe Anderson, che l’ arrivo della calda primavera romana riporti il sorriso e le prestazioni convincenti? Non ci è dato saperlo ora, ma è quello che nell’ ambiente Laziale si auspicano. Tornare da un lungo infortunio non è mai facile, poi se sei Brasiliano e malinconico ancor di più, una settimana a gennaio sulle spiagge carioca, non ha fatto bene…
IL COMUNICATO DELLA SOCIETA’ IN MERITO ALLA PRESUNTA RISSA FELIPE ANDERSON INZAGHI
“Siamo ancora arrabbiati per domenica ma c’è la voglia di riscattarci rapidamente. Credo che sabato ci sia una grande partita, sono convinto che la Lazio la onorerà al massimo anche perché da qui a sabato tutte quelle pseudo tensioni su cui si è tanto favoleggiato in queste ore saranno state superate e non ci sarà più ragione di discussione.
Un confronto civile e naturale, al termine di una partita sfortunata come quella con il Genoa, avvenuto dentro lo spogliato è stato un po’ caricato, romanzato e trasformato in una rissa che non c’è mai stata. Era giusto che l’allenatore esprimesse il proprio rammarico per l’andamento della partita e indicasse quelle che erano state le carenze. Parlare di scontro quasi fisico è un’esagerazione che tengo assolutamente a smentire.
Se non ci fossero questi chiarimenti, soprattutto dopo partite finite male, sarebbe da preoccuparsi perché vorrebbe dire che non c’è reazione ma assuefazione al peggio, invece è un segno di vitalità e di attaccamento alla squadra e ai colori.
Tutto quanto va ricondotto nei termini reali che non sono termini drammatici, non sono da scontro epocale tra l’allenatore e Felipe Anderson ma che rientrano nelle logiche di spogliatoio. Giustamente Inzaghi ha espresso il proprio rammarico ma l’allenatore questo deve fare, se avesse fatto altrimenti non avrebbe fatto il suo mestiere ma siccome Inzaghi il suo mestiere lo conosce benissimo e lo svolge al meglio, ha fatto quello che doveva fare. Allo stesso tempo c’è stato un errore da parte dell’intera squadra che non ha saputo reagire adeguatamente al gioco del Genoa e adesso si deve recuperare.
Bisogna sempre intenderci sulle cose e prenderle con le giuste proporzioni, il confronto è una cosa, lo scontro fisico è un’altra: non c’è stato scontro fisico ma un confronto dialettico. Niente di drammatico e niente di irreparabile e niente che non sia stato già ricomposto. Il segno dato da Inzaghi che ha concesso un giorno libero è un gesto di distensione per favorire appunto il recupero di quel clima di unità che ha caratterizzato la squadra per tutta la prima parte del campionato. Certo il risulto venuto così che ha dispiaciuto tutti, il dispiacere si manifesta in mille modi ma non certo con le mani alzate.
Il chiarimento riguarda la società che è assolutamente fiduciosa nei suoi giocatori, nel suo allenatore e anche negli atleti stessi che possono avere una giornata storta o un calo di rendimento, poi tutto quanto si supera. I drammi non servono. Certe volte si ha l’impressione che ci sia una ricerca disperata di spunti per poter alimentare un po’ di tensione, questi nervosismi li dobbiamo stemperare e non dobbiamo cadere nei tentativi di tensione sterili.
Volevo fare questo chiarimento anche nei confronti dei tifosi della Lazio che non devono pensare che ci sia un clima di rivolta o uno stadio di assedio nello spogliatoio perché non è vero”.
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