Roma che tempo che fa? Nonostante Fazio piove, tuona e c’è poco da stare Allegri

Serata di pura noia all’Olimpico. Una Roma lenta ed impacciata sbatte e rimbalza sul muro di gomma eretto dal Cagliari. Poi ci pensa Fazio.

Roma Cagliari è una sera di fine Gennaio in cui, in una
tasca inesplorata del giubbotto, ti ritrovi due petardi. E decidi di farli
esplodere di notte, quando il silenzio più assoluto ne esalta il boato.
Il gol di Fazio al 95° è il primo botto, il secondo arriva dopo
la convalida del var ed è ancora più forte; sa di liberazione e dura di più.
A pensarci bene più che di liberazione si sente odore forte
di preoccupazione. La Roma è incagliata, lenta macchinosa ed irritante se si
pensa al reparto avanzato.
Un Cagliari ordinato, ma la cui unica individualità di
spicco, oltre a Pavoletti, è il giovane Barella, tiene a bada i giallorossi
senza mai andare in affanno.
Basta essere prudenti e compatti per arginare senza
isterismi e senza patemi la più brutta, lenta ed involuta Roma della stagione.
Poco movimento, nessuno scambio in velocità, cross lenti,
imprecisi e prevedibili, uniti alla staticità del reparto avanzato, trasformano
la fredda serata capitolina in un pomeriggio sonnacchioso.
Dzeko una legnosa statua di sale, Schick, più volenteroso e
mobile, si agita senza costrutto se va bene, va a pestare i piedi al compagno
di reparto se va male.
Nainggolan sotto ritmo, Kolarov a sprazzi, Florenzi dovrebbe
imparare a crossare ( gliela metterei come clausola bonus sul rinnovo). Solo
Perottti e il duo Manolas-Fazio fanno il loro dovere fino in fondo.
Perotti fallisce il rigore che poteva cambiare la gara e
metterla in discesa, ma per il resto si carica una squadra spaurita sulle
spalle, per cui condannarlo per l’episodio sarebbe ingiusto. E contrarierebbe
anche De Gregori, non sia mai.
L’argentino fa quello che per anni ha fatto Totti, cercare
il dribbling, il colpo a sorpresa, guidare una squadra che, quando non le
riesce tutto bene da subito, immancabilmente (è storia signori) si smarrisce si
incupisce e finisce per avere atteggiamenti tafazziani.
Antistorici sono il tiro fuori di Farias (di solito queste
partite la Roma le perdeva) e il gol fi Fazio al 95° (se non le perdeva era 0-0
con bordate di fischi a gogo).
Sabato c’è Juventus Roma dove storicamente le si prende le
si impacchetta e si portano a casa.
C’è John Arne Riise che non è d’accordo? Erano altri tempi
ora c’è poco da stare allegri.

Angelo Spada


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