Milan: Persa un’altra occasione, così non si va lontano.
di A.Parmeggiani
di A.Parmeggiani
Il Milan non è ancora guarito, e nemmeno la cura è stata ancora trovata.
I tifosi si aspettavano una reazione d’orgoglio a Rijeka, con la qualificazione già in tasca. Invece la prova è stata imbarazzante, come quelle già con AEK (entrambe le sfide) e con gli stessi croati all’andata. Le colpe sono un po’ di tutti: società, allenatore e giocatori. Il messaggio da dare ai tifosi, agli avversari e a sè stessi era: adesso andiamo là in Croazia e vi facciamo vedere che questa squadra c’è, è viva e ha voglia di reagire. Purtroppo è accaduto l’esatto contrario. L’abitudine italiana di presentarsi agli appuntamenti che non contano, o contano meno, in condizioni psicofisiche precarie non è stata smentita nemmeno ieri sera. La società Milan e lo staff non hanno capito che, mai come in questo momento, vincere aiuta a vincere. Una squadra come quella rossonera, in questo momento di grandissima difficoltà mentale (e fisica) aveva bisogno come il pane di risollevarsi con una vittoria per preparare al meglio la sfida di campionato col Bologna. E il calendario era stato benevolo, riservando ai rossoneri un avversario ideale per fare questo. Invece il bagaglio di ritorno dalla Croazia è pieno di altre insicurezze, di nuove paure e di rinnovate critiche.
Presentarsi in Europa League con una squadra imbottita di riserve, con addirittura gente che non giocava una partita ufficiale dalla scorsa stagione, non è sembrata una scelta lungimirante.
I tifosi si aspettavano già una reazione ieri sera, che purtroppo abbiamo visto non c’è stata. Ora c’è il Bologna del grande ex Donadoni, squadra ben allenata e ben strutturata in campo, che è sempre ostica da affrontare. Se il Milan sarà quello visto nelle ultime uscite i tre punti sono un miraggio. L’impatto di Gattuso non è ancora stato probabilmente recepito da parte dei giocatori e forse dell’ambiente in generale.
Domenica sera la squadra non si potrà aspettare certamente un ambiente confortevole a San Siro, la piazza è stanca: non sono le premesse ideali per fare bene. Serve il miglior Gattuso in questa situazione, servono le doti che da calciatore l’hanno condotto a vincere tutto, con Milan e nazionale. Serve Ringhio, mai come ora.
I tifosi si aspettavano una reazione d’orgoglio a Rijeka, con la qualificazione già in tasca. Invece la prova è stata imbarazzante, come quelle già con AEK (entrambe le sfide) e con gli stessi croati all’andata. Le colpe sono un po’ di tutti: società, allenatore e giocatori. Il messaggio da dare ai tifosi, agli avversari e a sè stessi era: adesso andiamo là in Croazia e vi facciamo vedere che questa squadra c’è, è viva e ha voglia di reagire. Purtroppo è accaduto l’esatto contrario. L’abitudine italiana di presentarsi agli appuntamenti che non contano, o contano meno, in condizioni psicofisiche precarie non è stata smentita nemmeno ieri sera. La società Milan e lo staff non hanno capito che, mai come in questo momento, vincere aiuta a vincere. Una squadra come quella rossonera, in questo momento di grandissima difficoltà mentale (e fisica) aveva bisogno come il pane di risollevarsi con una vittoria per preparare al meglio la sfida di campionato col Bologna. E il calendario era stato benevolo, riservando ai rossoneri un avversario ideale per fare questo. Invece il bagaglio di ritorno dalla Croazia è pieno di altre insicurezze, di nuove paure e di rinnovate critiche.
Presentarsi in Europa League con una squadra imbottita di riserve, con addirittura gente che non giocava una partita ufficiale dalla scorsa stagione, non è sembrata una scelta lungimirante.
I tifosi si aspettavano già una reazione ieri sera, che purtroppo abbiamo visto non c’è stata. Ora c’è il Bologna del grande ex Donadoni, squadra ben allenata e ben strutturata in campo, che è sempre ostica da affrontare. Se il Milan sarà quello visto nelle ultime uscite i tre punti sono un miraggio. L’impatto di Gattuso non è ancora stato probabilmente recepito da parte dei giocatori e forse dell’ambiente in generale.
Domenica sera la squadra non si potrà aspettare certamente un ambiente confortevole a San Siro, la piazza è stanca: non sono le premesse ideali per fare bene. Serve il miglior Gattuso in questa situazione, servono le doti che da calciatore l’hanno condotto a vincere tutto, con Milan e nazionale. Serve Ringhio, mai come ora.
A cura di Alex Parmeggiani
Alex Parmeggiani
Articolista per la Redazione Voti-Fanta
Osteopata e Fisioterapista
di Castiglione delle Stiviere (Mn)
Osteopata e Fisioterapista
di Castiglione delle Stiviere (Mn)