Gattuso: “SIamo dei polli, non sono Padre Pio. Non vi dico chi gioca al posto di Suso”.

Rino Gattuso parla in conferenza stampa. Sabato alle ore 18 arriva a San Siro l’ Atalanta. I rossoneri in ritiro dopo la sconfitta di Verona sono attesi a una risposta importante: la squadra e il mister. I risultati di Ringhio fino ad ora sono stati perfino peggiori di quelli del suo predecessore Montella. Partita chiave contro gli orobici, per il futuro del campionato del Milan. Perdere anche questa partita porterebbe la compagine di proprietà Cinese, sprofondare nel baratro psicologico. 

Leggi e/o guarda il video della conferenza stampa di Gattuso pre Atalanta Milan

RITIRO
“Siamo stati più di qualche ora insieme. E’ stato bello vedere le famiglie e tanti bambini insieme. Abbiamo lavorato, stando qualche ora in più in campo. Il problema di questa squadra non è come lavora. Quando parlo di veleno, intendo dire che qualcuno deve dare qualcosa in più. Chi ha più esperienza deve trasferire messeggi ai più giovani. Dopo il 3-0 a Verona e dopo 1 punto col Benevento, era il minimo andare in ritiro. Indossiamo una maglia importante. Non è vero che la squadra non voleva. Non c’è stato un giocatore che si è ribellato e se fosse successo, sarei intervenuto subito. Il ritiro non è punitivo, ma era necessario”.

L’ AVVERSARIO: L’ ATALANTA
“E’ una squadra che vola, non molla un centimetro. Fa l’Europa League. Hanno velocità e cattiveria, tenendo benissimo il campo. Tra noi e loro c’è differenza. Dopo Bologna e Verona non ero soddisfatto, perché avevo la sensazione che ogni volta che diamo campo agli avversari, diamo sempre la sensazione di poter prendere gol”.

VELENO NELLE PARTITE
“Non si allena. E’ una questione di mentalità. E’ l’interpretazione individuale.  Il lavoro e la condizione non bastano, dobbiamo migliorare da un punto di vista mentale. Questa squadra a volte non percepisce il pericolo. La responsabilità è tutta mia. Sono io che scelgo i giocatori e li metto in campo”.

LE VOCI DI DIMISSIONI
“Parecchi di voi arrivano prima della mia testa. Io non ci ho mai pensato. Sono stato in sede per parlare del ritiro. Per me è una grandissima occasione. Sapevo che c’erano delle difficoltà, altrimenti sarebbe rimasto Montella. C’è da lavorare e ho grandi responsabilità che sento addosso. Mi sento addosso i 300 milioni di tifosi in tutto il mondo”.

I CONSIGLI DI BERLUSCONI
“Mi ha chiamato quando sono diventato l’allenatore del Milan, ma non c’è nulla di nuovo. Lo sanno tutti che Berlusconi ama giocare con i due attaccanti e una mezza punta. Io però devo valutare le caratteristiche dei giocatori che ho a disposizione”.

TRIDENTE BORINI CUTRONE KALINIC
“Vediamo… Io devo capire un po’ di cose. Anche la posizione di Suso sta cambiando. Bisogna entrare piano piano nella testa dei giocatori. Il Milan non ha sempre giocato con due punte comunque. Il Dna del Milan per tanti anni è stata la difesa a quattro, ma in fase d’attacco ogni tanto le cose sono cambiate”.

BONUCCI
“Non devo fare carezze a Bonucci o regalargli qualcosa. Le caratteristiche di Leo le vedo in allenamento. Non si tira mai indietro, ci mette sempre la faccia. E’ un esempio per tutti. A me nessuno mi ha detto che sta pensando di andare via. Per me è uno dei giocatori che sta facendo di tutto per risolvere i problemi. Si assume sempre le responsabilità per primo. Tutti lo seguono ed è un giocatore importantissimo. Non c’è nulla di male ad andare a mangiare con degli ex compagni di squadra. Non ci vedo nulla di strano”.

DIFFERENZA TRA PARTITA ED ALLENAMENTO
“La scelta di andare in ritiro è perché dovevamo dare un segnale sia io che i giocatori alla piazza. Abbiamo fatto una figuraccia, siamo stati qua, abbiamo fatto qualcosina in più. Vedo grandissimo impegno, tante volte io non mi spiego. Vedo grandi ritmi in allenamento, i ragazzi ce la mettono tutta, stanno in campo anche 30/40 minuti in più, ma questo non basta. Perché in campo diamo la sensazione di fare solo il compitino. Il lavoro che stiamo facendo in allenamento dobbiamo riuscire il più in fretta possibile a portarlo in campo. E’ difficile da spiegare all’esterno ma si tocca con mano. A Verona davamo la sensazione di poter pareggiare ma siamo fragili e la fragilità ce la andiamo a cercare anche noi in tante situazioni”.

COME AFFRONTARE L’ ATALANTA
“Non giocare diritto per diritto, di facile lettura. L’Atalanta gioca a uomo a tuto campo. Non dobbiamo perdere palla in uscita, altrimenti diventa tutto più difficile. Dobbiamo scegliere bene i tempi delle giocate. Mi aspetto la stessa mentalità dei primi 20′ col Bologna e col Verona, senza commettere i soliti errori. Dobbiamo stare corti e tenere botta. Sarà una gara molto fisica. L’Atalanta sulel seconde palle è forte e poi hanno calciatori che sanno gicoare a calcio. Serve una gara di grande sacrificio per portare a casa la vittoria”.

LA CONTESTAZIONE DEI TIFOSI
“Temo che ci saranno. Dovremo essere bravi a livello mentale. Dobbiamo partire bene e non subire l’avversario per portare i nostri tifosi dalla nostra parte. So che atmosfera c’è quando i tifosi contestano e spero che non succeda. Spero che ci appoggeranno fino alla fine”.

PROBLEMI
“I numeri sono belli, ma dobbiamo dare la sensazione di giocare da squadra. Ci arriviamo in scioltezza nella costruzione del gioco. Il problema è in transizione, facciamo fatica, dobbiamo lavorare bene sulle preventive, stare corti, insisto su questo concetto e sulla lettura. Non mi capacito quando i due terzini vanno contemporaneamente. A Verona è successo tantissime volte. Non è un caso che quando becchiamo giocatori veloci palla al piede cominciamo a sfilacciarci e perdere le distanze, dobbiamo migliorare. Siamo dei polli, ci caschiamo, dobbiamo migliorare su questo concetto qua”.

ERRORE SUL PRIMO GOL A VERONA
“Siamo cascati sui blocchi e abbiamo sbagliato, nonostante avessimo preparato la situazione. Anche noi studiamo gli avversari. Il problema è che spesso siamo dei polli. Dobbiamo migliorare”.

GRUPPO
“Non ho la sensazione che il gruppo non sappia dove si trovi. Ho l’impressione che la giovane età non aiuti a far reagire i giocatori. Parlando con i calciatori avevo grandi sensazioni prima della gara col Verona. Ho visto nei loro occhi che ci credevano, poi è venuta fuori la prestazione che avete visto. Io vedo dei ragazzi che fanno di tutto per poter migliorare sia a livello personale che di squadra. Anche quando ci alleniamo vedo giocatori che quando sbagliano ci pensano continuamente, deprimendosi”

CHI AL POSTO DI SUSO?
“Domani lo vedrete… Mica ve lo dico”.

COME MIGLIORARE
“La squadra corre un po’ più di prima. Ma io non sono Padre Pio…Ora dobbiamo pensare partita per partita, non siamo nelle condizioni e nel momento giusto per pensare dove possiamo arrivare o fare delle tabelle. Dobbiamo preparare bene tutti i match che dobbiamo giocare”.

RIUNIONE CON LA DIRIGENZA
“La società è presente. Parliamo continuamente con Fassone e Mirabelli. Assistono agli allenamenti e a volte discutiamo della differenza di rendimento tra gli allenamenti e le partite. Ma non sono solo chiacchiere. Parlaimo dei numeri, guardiamo insieme le partite e i video”.

COME SVOLTARE
“Non basta la vittoria. I giocatori con più esperienza devono dire qualche parola in più, e serve anche qualche faccia arrabbiata in più. Se rimaniamo con questa mentalità, poi ci ricaschiamo. Dobbiamo capire che non possiamo permetterci di pensare ciascuno al suo orticello. SIamo una squadra. Tutti devono mettere qualcosa in più. Serve compattezza. Per me manca questo. Io non sono ancora riuscito a trasmetterlo. Io ho il dovere di lavorare per questo obiettivo.Questa squadra può fare di più”.

LA QUALITA’ DEI GIOCATORI
“Abbiamo tanti nazionali, ma non basta. Dobbiamo metterli insieme e farli ragionare con una testa sola. Non c’è scarso impegno. Oggi vedo la qualità dei calciatori, ma a questa squadra manca la capacità proprio di giocare da squadra”.

UN ANNO DALL’ ULTIMA VITTORIA DEL MILAN, LA SUPERCOPPA.
“I giocatori che sono qui da un po’ di anni devono mettersi a disposizione. Devono riuscire a trasferire il loro vissuto ai più giovani, aiutandoli. Devono spiegare loro le emozioni che si provano a vincere con la maglia del Milan. Noi eravamo i primi ad aiutare i nuovi arrivati a inserirsi. Questo ci può aiutare. Ci sta che quando non arrivano i risultati, i giocatori nuovi hanno bisogno di supporto. Sia dalla società, sia dai compagni di squadra”.
FACCIA INCAZZATA VA BENE PER TUTTI
“Non siamo tutti uguali. Ad alcuni servono carezze, ad altri tranvate…”.
LA SOSTA
“Stiamo fermi solo una settimana in realtà. La mia più grande preoccupazione sono gli infortuni e ci sta andando bene nonostante il nuovo lavoro fisico. Siamo migliorati, ma facciamo fatica quando ci allunghiamo. Poi commettiamo anche degli errori in fase di impostazione”.


(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Lascia un commento

P