La trasferta milanese si intinge di nuove speranze e porta con sè il sapore dolce della rinascita. Dopo la superba prova fornita su un terreno ostico come quello del Sardegna Arena, il Genoa sembra aver finalmente trovato una quadratura offensiva adatta ai suoi interpreti e che oltre a macinare nitide occasioni da rete (con una maggiore lucidità sotto porta il propositivo Galabinov avrebbe potuto timbrare il cartellino in diverse occasioni) ha saputo divertire e offrire grande calcio ai suoi tifosi.
La sfida di domenica pomeriggio darà agli addetti ai lavori l’opportunità di capire quanto sia stata veritiera la vittoria contro il Cagliari e a Juric eventuali conferme su chi manderà avanti il carro, ponendo fine alla stagione degli esperimenti.
L’ultima vittoria ligure a casa del Milan è avvenuta nel 2015 (1 a 3 il risultato finale) e uno sguardo globale alla situazione delle due squadre indica che il Genoa scenderà in campo senza firmare per il pareggio. Per la squadra di Montella infatti parla il campo che impietoso sta consegnando dei responsi tutt’altro che incoraggianti. Partiamo dalla difesa. Il pacchetto Bonucci-Musacchio-Romagnoli, il probabile trio titolare, non sembra garantire molta sicurezza data la quantità d’errori tecnici e di posizione che hanno lasciato spazio agli attaccanti avversari sinora. In questo senso la squadra di Montella, con 5 errori, detiene il primato nazionale di infortuni individuali che sono poi risultati letali. Anche il collante tra i reparti, che risponde al nome di Lucas Biglia, non è stato all’altezza delle aspettative commettendo delle ingenuità, vedi quella sul secondo gol di Icardi nel derby, che si rivelano vantaggiose per gli avversari. Le proverbiali lezioni-video di Juric avranno messo in evidenza tanti errori in questo 3-5-2 ancora senza un’identità specifica e che dovranno essere sfruttati dai suoi attaccanti. Col trittico Galabinov-Taarabt-Rigoni che viaggia verso la riconferma, il Genoa, se mosso dalle stesse motivazioni della scorsa settimana, sarà una grossa gatta da pelare per i padroni di San Siro. Scambi veloci ad alto tasso tecnico, lanci lunghi a tagliare in due la difesa avversaria, dribbling a cura del fantasista marocchino che per dirla con le parole del suo allenatore “sta diventando di nuovo un giocatore”. Insomma sfruttando il momento delicato dei diavoli il grifone può colpire una difesa che dopo gli impegni europei in questa stagione ha sempre subito almeno un gol in campionato.
Merita un discorso a parte la sezione offensiva rossonera. Il 4-3-3 dava certezze (cit. Bonaventura) mentre il doppio attaccante, che di fatto annulla l’imprevedibilità fornita da Suso al lato del campo, appare una soluzione spenta, senza idee. Ciononostante il Milan rimane il Milan, capace di rialzarsi in qualsiasi momento e di affidarsi ai lampi dei propri campioni. Izzo, Rossettini e Zukanovic con l’apporto del ritrovato Rosi sono perciò chiamati a replicare la prova magistrale di qualche giornata fa, quando riuscirono a inchiodare l’Inter sullo 0 a 0 fino al 90esimo. Domenica il duello fisico sarà il Leitmotiv dell’incontro: Kalinic proverà ad agire di sponda a favore dei compagni e il compito degli ospiti sarà impedire al croato di sfruttare i suggerimenti verticali o i traversoni.
Il ruolo più complicato sarà però commissionato ai mediani Veloso e Bertolacci che dovranno arginare la furia di Frank Kessie, che ha riposato in EL, e le imbucate e l’intelligenza di Jack Bonaventura, orfano per ora di una posizione congeniale alle sue caratteristiche.
A cura di Stefano Mangione
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