Il risveglio dopo la trasferta romana non è stato certo dei migliori dalle parti di Milanello. Una batosta del genere non se l’aspettava nessuno, ovviamente una sconfitta all’Olimpico contro la Lazio ci può stare, ma non di queste proporzioni, soprattutto per il non gioco visto sul terreno di gioco.
A Roma abbiamo assistito ad una prestazione orribile, paradossalmente forse talmente brutta da non essere così preoccupante. Perché davvero non ha funzionato praticamente nulla nei meccanismi dei rossoneri ed è quasi impossibile ripetersi.
E le responsabilità maggiori non possono che essere di chi siede in panchina. È stato completamente sbagliato l’approccio alla gara, a tratti si è avuta l’impressione di un gruppo presuntuoso, conscio di poter fare risultato passeggiando. E grave è il fatto di essersi presentati in campo nel secondo tempo peggio che nel primo, incassando subito altri due gol che hanno ucciso la partita. Montella non è stato in grado di dare la scossa e non ha nemmeno fatto cambi: solo dopo il 4-0 sono entrati Kalinic e Calhanoglu.
Anche presentarsi all’Olimpico lasciando in panchina Kalinic, Andrè Silva, Calhanoglu e Bonaventura è un aspetto su cui si dovrà interrogarsi il tecnico milanista.
L’idea è che si sia sottovalutato l’impegno e sopravvalutate le proprie condizioni attuali, ma non è tutto qua il problema. Anche tatticamente c’è qualcosa che non va nel Milan.
Questa sembra una squadra costruita per giocare con difesa a 3 e centrocampo a 4 o 5 a seconda dei giocatori utilizzati, ma per ora si è visto questo modulo solamente nel ritorno con lo Shkendija. Troppo poco, considerando soprattutto che il grosso della squadra era già stato assemblato per il ritiro di inizio luglio. L’assenza di Romagnoli non giustifica il continuare ad insistere sul 433, che attualmente palesa dei grossi limiti nella manovra rossonera. Già contro il Cagliari erano suonati i primi campanelli d’allarme, ma evidentemente sono stati ignorati.
Ora serve un cambio di registro, già da giovedì in Europa League, sia da parte del tecnico sia da parte dei giocatori di maggior carisma che devono prendere per mano la squadra e alzare il livello generale. Siamo alla terza di campionato, c’è tutto il tempo per rimediare.
A cura di Alex Parmeggiani