Se De Andrè avesse scritto la celebre canzone in questo periodo, avrebbe potuto rivisitare così il contesto.
Verso che si abbina perfettamente alla squadra bergamasca che, nella sfida contro il Chievo, si è vista ritirare un rigore concesso prima ed annullare un gol poi. Chiariamoci, entrambe le decisioni sono state corrette.
Ecco l’amore che VAR.
Avrebbero aiutato a rafforzare la mentalità della banda di Gasp, però, perché l’Atalanta ieri è stata una macchina a diesel: il primo tempo non ha luccicato come, per esempio, nella sfida contro l’Everton (comprensibile, certo) ed è stata messa in difficoltà da un Chievo che ha chiuso molto bene gli spazi per poi ripartire centralmente. Ecco dov’è arrivata la difficoltà maggiore: Freuler e De Roon sono apparsi sbiaditi rispetto alle ultime uscite. Occhio, soprattutto, al secondo, ancora in fase di rodaggio e lontano dalla forma migliore.
In avanti, invece, chi acquista fiducia è Ilicic. Lo sloveno ha spaziato bene sul fronte d’attacco (o, comunque, meglio delle altre partite) ed autore del gol annullato ma non è stato ben coadiuvato dai compagni di reparto Kurtic e Petagna.
Lo spartiacque della gara sono stati i gol di Bastien e i successivi cambi di Cristante e Gomez, i quali hanno portato vivacità ed imprevedibilità alla manovra orobica.
Proprio l’argentino riesce a realizzare il rigore del pareggio dopo che, per la terza volta, gli addetti al replay studiano se fosse stato il caso di interrompere il gioco.
Amore, vieni a me.
Episodi a parte, Gasperini sapeva che sarebbe stata dura per tutti i motivi del mondo ma i suoi giocatori sono riusciti a portare a casa un punto molto prezioso visto che, nell’andamento di queste partite, il finale inaspettatamente spiacevole è dietro l’angolo.
A Firenze, domenica sera, sarà un’altra battaglia contro una squadra in forma. Serviranno gambe e cuore. E un po’ d’amore.
di Sebastiano Moretto
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