U21EURO, highlights e pagelle: L’Italia risponde presente, 2 a 0 sulla Danimarca

Va in scena allo stadio MKS di Cracovia, la prima della nazionale
Under 21 nell’Europeo polacco. Contro una squadra difensivista, fisica e
molto ben organizzata la rappresentativa azzurra è chiamata a
rispondere alle vittorie di Spagna e Germania.

 Il primo tempo si apre, come prevedibile, con l’Italia che prova a imporre il suo gioco e con la Danimarca che
contiene con degli efficaci raddoppi di marcatura i tentativi degli
azzurrini cercando di colpire in ripartenza. La squadra allenata da Di Biagio
soffre però la tensione della competizione europea sembrando alquanto
ingessata e inoperosa e soprattutto orfana degli acuti dei giocatori che
dovrebbero garantirgli fantasia: Berardi e Bernardeschi. Bisogna aspettare il 21esimo per segnalare il primo tiro verso la porta che viene costruito dalla coppia di terzini Conti e Barreca,
con il primo che prova a correggere al volo un cross dalla sinistra del
difensore del Torino. Tiro che finisce sull’ esterno della rete. Al minuto 28 Benassi impegna Hojberg dai
25 metri, ma il portiere scandinavo, che ha dalla sua il vantaggio
d’essere alto 196 cm, devia in angolo con un intervento plastico. Tolta
qualche cavalcata sulla fascia destra di Andrea Conti, che sfuma o
per l’organizzazione danese o per l’imprecisione azzurra, prima del
duplice fischio dell’arbitro bisogna segnalare solo l’interruzione della
gara, per 15 secondi, al minuto 36, per consentire ai raccattapalle di ripulire l’area  piccola presieduta da Donnarumma da
delle banconote finte che sono state lanciate da alcuni supporter in
segno di protesta contro il portiere di Castellammare di Stabia.

Seconda
frazione che vede un copione nettamente diverso. Propositiva e
rinvigorita dall’intervallo e dalle indicazioni di Di Biagio, l’Italia
sale finalmente in cattedra e propone il suo calcio offensivo e rapido.
Le prime battute della ripresa sono favorevoli alla squadra che sulla
carta gioca fuori casa e che si rende subito pericolosa con un colpo di
testa di Petagna, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, che
finisce di poco a lato. Gol azzurro che è nell’aria e che viene siglato,
spettacolarmente, da Pellegrini il quale, al minuto 54, sugli
sviluppi di un cross dalla sinistra, in acrobazia traduce in rete un
mancato rinvio da parte di Matso. Primo gol nazionale per il sassuolese.
Bene anche in fase difensiva gli azzurri con Barreca che chiude in angolo un iniziativa in contropiede dei danesi e Donnarumma che dice di no a ad un bel tiro a giro Ingvartsen. Fatta eccezione per questi due episodi, il gruppo capitanato da Benassi, e perfezionato dall’entrata in campo di Chiesa e Grassi, continua ad attaccare e con Petagna,
che prima aveva ingaggiato un duello personale con Hojberg che gli nega
per due volte la gioia de gol, chiude la pratica Danimarca al minuto 86
con un gol da centravanti consumato. Il numero 9 raccoglie un cross
basso di Chiesa dalla sinistra e lo corregge in rete con un tocco in
scivolata ad anticipare il difensore avversario.

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Donnarumma 6: Osservato speciale della partita, il portierone
18enne, nell’occhio del ciclone del mercato, è refrattario a striscioni e
a banconote finte e trova il tempo di allungarsi su un ottimo tiro a
giro di Ingvartsen. Sicurezza assoluta.

Conti 6,5:
tra i migliori in campo nel primo tempo, il terzino corteggiato dal
Milan è una spina nel fianco per tutti i danesi che transitano sul lato
destro del campo. Ingaggia un bel duello con Borsting e spesso mette a
nudo le difficoltà dei difensori avversari. Sembra che per lui la
stagione sia appena iniziata.

Caldara – Rugani 6,5:
a dire il vero i due centrali di difesa non hanno vita difficile contro
gli attaccanti scandinavi ma devono comunque prestare molta attenzione
ai loro contropiedi. Non sfigurano neanche quando vestono il ruolo di
suggeritori.

Barreca 6.5: Spinge meno rispetto
al suo collega Conti ma ricopre un ruolo importantissimo quando deve
recuperare su un contropiede danese in cui l’Italia si fa sorprendere.

Gagliardini 5,5:
Parte molto male, sbaglia passaggi e si trova spaesato nel ruolo, a
dire il vero inconsueto per lui, di play. Meglio nel secondo tempo ma la
sua crescita non è all’altezza di quella dela squadra.

Pellegrini 7:
Un gioiello paragonabile a quello di Mandzukic nella finale di
Champions League. Per il sassuolese sedotto dalla Roma si tratta di una
realizzazione tanto bella quanto importante perchè mette in discesa la
gara e soprattutto gli fa acquisire coraggio.

Benassi 6,5:
Il capitano azzurro soffre insieme al resto della squadra l’impatto con
la competizione europea ma, con il passare dei minuti, si rende sempre
più partecipe delle scorribande offensive e funge in maniera ottimale da
cerniera tra i reparti.
Berardi 5,5:
L’ex pupillo di Di Francesco è sì propositivo nel farsi trovare libero e
nel sfruttare gli spazi lasciati incustoditi dalla retroguardia
avversaria, ma è anche vero che soffre la fisicità nordica ed è molto
impreciso in fase di rifinitura, quella che dovrebbe essere il suo
forte.
Bernardeschi 6,5:
Primo tempo sottotono, ripresa in grande rispolvero. Cambia versante
diverse volte e trova la stabilità al momento dell’entrata in campo di
Chiesa, con il quale riesce a seminare finalmente il panico nella metà
campo avversaria.
Petagna 6,5:
Quando non ha vicino a sè i due attaccanti esterni è simile ad un
gigante dai piedi d’argilla. Quando invece può appoggiarsi a
Bernardeschi e Chiesa diventa il punto di riferimento per l’intera
manovra italiana. Gol alla Icardi a suggellare la vittoria del duello
ingaggiato contro Hojbjerg.
Chiesa 7:
La sua entrata in campo è un vero crac. Si mette in proprio e supera di
slancio, senza troppi patemi, i difensori avversari che non possono
evitare di fermarlo a suon di randellate. Va vicino al gol e assiste
Petagna per il gol che mette fine al match.
Grassi 6,5:
Corsa, spinta e tanta qualità. Entra subito in partita e instilla delle
piacevoli grane nella testa di Di Biagio il quale potrebbe anche
inserirlo titolare nella prossima gara.
Di Biagio 6,5:
Invoca la calma diverse volte perchè sa che prima o poi il gol
arriverà. Dovrà rivedere la posizione di Gagliardini ma in compenso
azzecca i cambi che gli permettono di chiudere la pratica danese. 
A cura di S.Mangione

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