La Juventus è in finale: ora è ufficiale. Le percentuali erano comunque alte già prima di ieri sera, quando solo una pesante sconfitta in casa(mai avvenuta quest’anno) avrebbe potuto evitare alla Vecchia Signora un possibile posto nell’Olimpo. Eppure di trascendentale non c’è niente nel cammino dei bianconeri: non c’è Fato che si possa ringraziare o divinità da idolatrare, c’è l’estrema ed empirica consapevolezza di essere giunti non per caso fino a qui.
Non si tratta di questioni opinabili, sono dati di fatto: la Juventus indubbiamente, numeri alla mano, ha meritato al pari del Real Madrid(se dovesse passare questa sera) il posto da protagonista a Cardiff. Le statistiche che saltano all’occhio attraversano inevitabilmente il reparto che più viene elogiato in questa squadra, cioè la difesa: 690 minuti di imbattibilità prima del gol di Mbappé è il secondo record assoluto dopo l’Arsenal oltre ad essere il migliore della Juventus stessa, che mai era riuscita a fare così bene nel corso della sua storia. Per 12 gare di fila la compagine di Allegri è tra l’altro rimasta imbattuta, superando anche in questo caso le prestazioni degli anni precedenti.
I record non sono finiti qui: la Juventus arriva in finale con sole tre reti subite: se non avesse incassato la rete della bandiera nel match di ieri sera, sarebbe stato record assoluto, ora invece è condiviso con l’Arsenal della stagione 2005/06. Con quella del prossimo 3 giugno, saranno nove le finali disputate dalla Juventus: soltanto Real Madrid, Milan e Bayern Monaco sono riuscite a fare meglio.
Le aspettative non sono da gettare: come sempre però la finale è una partita a sé, non contano i numeri e, in questo caso, saranno le motivazioni a costituire il bandolo della matassa: stimoli che non sono bastati due anni fa, quando fu sempre una spagnola(quella volta fu il Barcellona) ad eliminare la Juventus e ad alzare in alto la coppa dalle grandi orecchie.
Quasi un mese per arrivare a quella che(ora possiamo dirlo) sarà il match più importante di questa stagione: non dovrà sopraffare di certo la paura di essere secondi, nonostante Bonucci e compagni si imbatteranno in una squadra che del blasone ne ha fatto il suo marchio di fabbrica. Obiettivo triplete per Allegri: l’occasione di risalita per il calcio italiano troppe volte schernito negli ultimi anni. L’occasione di entrare nella storia per una squadra che merita(strutturalmente parlando) l’appellativo di Squadra, ma stavolta con la “s” maiuscola.
A cura di
Carlo Recanati
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