Un aprile difficile a Bergamo. No, non è il titolo di uno spettacolo, bensì la cruda realtà che ha aleggiato nella città lombarda.
“Inevitabile – diranno alcuni – perché non si può avere il ruolino di marcia della Juventus“. Eppure, magari, altri avevano iniziato a sperarci: da gennaio al primo aprile, la squadra bergamasca ha assunto un ruolo da assoluta protagonista con 26 punti acchiappati su 36 disponibili in 12 giornate.
Senza dimenticare, poi, il maggior trascinatore: Papu Gomez, il quale ha realizzato ben 11 gol ed ha offerto al pubblico delle giocate da mandarlo in visibilio. Non solo, i suoi assist hanno fatto aumentare il bottino personale dei vari Caldara e Conti, pupilli dei fanta-allenatori. I palcoscenici dove recitavano i loro spettacoli si trasformavano in Caporetto, in cui gli avversari svolgevano il ruolo degli sconfitti (o, perlomeno, basiti) dalla facilità di corsa, organizzazione e preparazione atletica che il regista Gasperini riusciva a dare ai suoi attori.
“È vero – diranno altri – che la squadra non ha affrontato proprio sfide proibitive”, siccome gli incontri con squadre “grandi” sono avvenuti contro Lazio, Napoli, Fiorentina ed Inter, nelle quali l’unica vittoria è arrivata coi partenopei. Ma non è forse altrettanto giusto definire, nel complesso della sua storia, i neroblu come una squadra di circa media classifica?
In questo periodo si è concretizzato, più che mai, il sogno dell’Europa League.
Dopo la gara stravinta col Genoa nel capoluogo ligure, però, l’Atalanta ha iniziato a recitare il ruolo di comparsa: il primo accenno di insicurezza l’ha dimostrato nella gara interna contro il Sassuolo. L’errore di Caldara sul gol di Pellegrini è sintomo, magari, di uno strafalcione nel dialogo che devi recitare perché sei ormai convinto delle tue potenzialità. Le stesse che Gasperini ha fatto in modo che tornassero fuori all’Olimpico contro la Roma, la giornata dopo, quando tutti vedevano i giallorossi come vittoriosi. Queste partite, nonostante tutto, hanno decretato l’inizio della discesa degli orobici. Non, chiaramente, sul piano dei risultati, bensì sulle prestazioni.
Mai, nel primo periodo dell’anno solare, avrebbero sofferto in questo modo sul proprio palcoscenico con un Bologna molto altalenante.
Passata la gara con la Juve, pareggiata col cuore, l’ultima prestazione con l’Udinese è stata sofferta per gran parte della gara. Tuttavia, siamo d’accordo che se la palla sulla capocciata di Cristante non avesse fatto il suo dovere, sarebbe stato ingiusto per quello che è stato seminato fino adesso. Risultato del mese appena finito: 7 punti in 5 partite e scarsezza nell’impostazione del gioco.
Nonostante tutto, l’Atalanta è lì (sentiti ringraziamenti a Milan, Inter e Fiorentina per la non-lotta all’Europa) ma dovrà risalire al più presto, sul palco, con determinazione.
Quale miglior occasione, se non proprio contro i rossoneri, di chiudere il sipario sul campionato ed alzare quello, più prestigioso, dell’Europa League?
di Sebastiano Moretto
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