Il pareggio con la Lazio ha dato un segnale di semi-rinascita in casa rossoblu. Adesso però il Genoa è chiamato al difficilissimo incontro allo Juventus stadium contro una delle squadre più forti al mondo, in forma smagliante e galvanizzata dall’ultima grande vittoria contro il Barcellona.
Ai microfoni del Secolo XIX si presenta quindi un grande protagonista del Match come Raffaele Palladino, ex della Juventus ed ora in forza al Genoa dopo la parentesi di un anno in quel di Crotone.
Proprio in Calabria Palladino ha ricominciato a giocare con continuità ed essere nuovamente decisivo. Gran parte del merito a quanto pare è di Juric:
“Grazie a Juric è tornato l’entusiasmo che mancava da 3 mesi. Ci ha caricati alla perfezione e siamo riusciti ad uscire dal tunnel in cui ci eravamo cacciati”.
Non manca quindi occasione per ringraziare il tecnico croato:
“E’ merito suo se sono rinato. La mia carriera era quasi finita prima di incontrarlo, grazie ai suoi metodi di allenamento invece sono tornato anche meglio di quando ero più giovane”.
Come spieghi il tuo ottimo stato di forma attuale?
“Mi alleno bene e sono felice. Le cure di Juric mi hanno rivitalizzato e adesso penso solo a fare meglio possibile per il Genoa al quale sono molto legato”.
Un anno dopo la grande impresa di Crotone, lei e Juric siete rivali per la salvezza in serie A.
“Se proprio devo essere onesto, ammetto che quando Juric mi chiamò per andare a Crotone non ero proprio entusiasta della proposta. Poi però vidi il gioco che esprimevano e mi sono ricreduto subito. Sono rimasto in Calabria perché credevo nella salvezza ma poi ha chiamato il Genoa e non potevo rifiutare”.
Nel momento il cui è arrivato, il Genoa non esprimeva più il bel calcio dei primi mesi. Perché?
“Non c’è un solo motivo ma tanti fattori che hanno inciso. Il mercato invernale così come gli infortuni. I primi mesi sono stati perfetti e seguivo molto in tv la squadra, si faceva un pò di fatica con le piccole ma con le grandi come Juve e Milan sono state giocate partite spettacolari”.
Poi però il buio.
“E’ stato un problema mentale, psicologico. La testa conta tantissimo ed il mister ce lo ripete in continuazione. Nel momento di difficoltà non siamo riusciti a restare uniti ma adesso contro la Lazio è scattata qualcosa ed abbiamo giocato da Genoa. Non sarà l’ultima grande partita della stagione”.
L’esonero ha in qualche modo cambiato qualcosa in Juric?
“Mi sembra molto più forte di prima. Conoscendolo in questi due mesi avrà analizzato tutto quello che è andato storto per migliorare e non ricommettere più gli stessi errori. Tatticamente non è mai ripetitivo e vuole sempre sorprendere l’avversario ma la sua vera caratteristica è la carica che riesce a trasmettere a tutta la squadra”.
“E’ stato un problema mentale, psicologico. La testa conta tantissimo ed il mister ce lo ripete in continuazione. Nel momento di difficoltà non siamo riusciti a restare uniti ma adesso contro la Lazio è scattata qualcosa ed abbiamo giocato da Genoa. Non sarà l’ultima grande partita della stagione”.
L’esonero ha in qualche modo cambiato qualcosa in Juric?
“Mi sembra molto più forte di prima. Conoscendolo in questi due mesi avrà analizzato tutto quello che è andato storto per migliorare e non ricommettere più gli stessi errori. Tatticamente non è mai ripetitivo e vuole sempre sorprendere l’avversario ma la sua vera caratteristica è la carica che riesce a trasmettere a tutta la squadra”.
Ha mai giocato allo Juventus Stadium?
“Quando venni col Parma ero in panchina quindi se dovessi giocare domenica sera sarebbe il mio esordio. Lo stadio è impressionante ma dovremo fare una grande gara e cercare di non farci intimorire”.
Ha ricordi di quel gol alla Juventus sotto la Nord?
“Quel gol fu merito soprattutto di Marco Rossi, io dovetti solo spingerla dentro. Ogni tanto rivedo quella partita, è stata una delle migliori partite giocate dal Genoa”.
L’aver cominciato la sua carriera nella Juve le ha fatto avere qualche rimpianto?
“Assolutamente no. Lì sono diventato un uomo e un calciatore. Poi ho intrapreso la mia strada che mi ha portato al Genoa, squadra per il quale adesso faccio anche il tifo”.
Oltre lei anche Sculli, Juric, Milito, Criscito e Rubinho vogliono tornare qui a Genova. Coma mai?
“Perché di questa città e di questa squadra abbiamo tutti un ottimo ricordo. Siamo rimasti molto legati a questa maglia e molti di loro vorrebbero tornare qui. Mimmo mi chiama spesso e mi chiede notizie, ha nostalgia è tornerebbe volentieri”.