Regola numero uno: nel calcio, con i se e con i ma, non si va da nessuna parte. Bene, per una volta proviamo a fare un’eccezione. Il campionato della Sampdoria sta andando, probabilmente, al di là degli standard prefissati a inizio stagione. Eppure due segmenti della stagione sono stati condizionati da risultati scadenti. Due periodi, lunghi 6 giornate a testa, nei quali il Doria ha portato a casa la miseria di 4 punti, 2 dall’11 settembre al 15 ottobre e 2 dal 10 dicembre al 22 gennaio. 4 punti in 12 partite, un bottino che ha, inevitabilmente, contrassegnato la stagione dei blucerchiati. E’ necessario sottolineare che la maledetta dozzina comprenda anche partite giocate in maniera magistrale, ma perse a causa di sfortunate decisioni arbitrali, come all’Olimpico, quando la Roma rimontò nel finale e su calcio di rigore il provvisorio 2 a 1, al San Paolo, quando la rimonta del Napoli fu condizionata dall’espulsione di Silvestre o a Bergamo, su rigore quanto meno dubbio di Gomez. Il 2 a 2 con cui ieri la Samp ha pareggiato contro la Fiorentina può essere considerato un bel risultato, considerate le motivazioni superiori della Viola, ancora in corsa per la qualificazione all’Europa League e l’assenza di una pedina importante come Muriel. Bruno Fernandes ha messo la ciliegina sulla miglior stagione della sua carriera e si è rivisto un Alvarez in versione Ricky Maravilla. Il tutto condito da una coppia difensiva che ormai rasenta la perfezione, e se poco c’era da dire su Silvestre, sta sorprendendo la continuità di rendimento di Skriniar, da un centrocampo solido e che ha in Torreira un magnifico interprete e un attacco che, oltre alla consacrazione di Muriel e al consueto apporto di Quagliarella, sta vedendo esplodere un giovane fenomeno come Schick. Tutto molto bello? Forse. E se non ci fosse stata la sporca dozzina?!
Angelo Giordano
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