Ironia della sorte: esce il migliore in campo e cambia la partita. Spinazzola, tra la prima e la seconda frazione di gioco, è dovuto rimanere negli spogliatoi per un problema al retto femorale e così Gasperini ha deciso di mandare in campo chi pareva in vantaggio nel ballottaggio prepartita per sostituire lo squalificato Kessie, Grassi. Tra lo stupore generale per una sostituzione che pareva avesse poco senso, quest’ultimo si rivela l’asso nella manica dell’allenatore, visto che i molteplici inserimenti, almeno per la maggior parte delle occasioni, hanno creato grattacapi alla difesa emiliana.
Pochi minuti prima del pareggio bergamasco, sempre il mister neroblu aveva deciso di buttare nella mischia Mounier per tentare di recuperare la partita. Il prescelto a lasciare il campo figurava in Cristante, autore di una prestazione in discesa. Il caso volle, però, che Conti accusasse i crampi dovute alle varie discese sulla fascia e, quindi, toccò a lui far spazio per permettere l’ingresso dell’87 francese. Tre minuti dopo, proprio il giovane ’95 insacca alle spalle di Consigli una palla pennellata di Gomez per il pareggio.
Un pizzico di fortuna (sempre utile), uno di genialità (Gasp) e uno di fame. Questi sono i tre ingredienti che hanno svoltato il pomeriggio dei bergamaschi. Il match contro il Sassuolo è una di quelle partite in cui si va in svantaggio e poi per recuperarle non serve semplicemente presentarsi davanti al portiere avversario. Eppure le occasioni per i padroni di casa non sono mancate, fin dall’inizio: il Papu è stato l’uomo più in palla, ben servito dai rottweiler Kurtic e Freuler, azzannatori di caviglie per Missiroli e Sensi. Dopodichè, black-out. Soprattutto per Caldara. Pellegrini fa uno sgarbo al compagno di Nazionale spegnendogli i riflettori ed accendendoli su di sè quando gli ruba palla, scarta ed insacca Berisha. Succede a tutti, pure a mostri (in crescita, ricordiamolo) sacri come Donnarumma. Il problema, però, è che all’estremo difensore del Milan non era successo davanti a Ventura e Di Biagio. Colpa della tensione? Fatto sta che le qualità del ragazzo non si discutono, i tifosi atalantini lo sanno e lo omaggiano di un applauso incoraggiante.
La miscela in cui si mescolano i tre ingredienti sopraccitati raggiunge la temperatura giusta quando al cambio di Spinazzola si aggiunge quello di Kurtic per D’Alessandro: la squadra si sistema con un 3-4-3 che va a contrastare il 4-5-1 del Sassuolo con la continua ricerca di Gomez, continua spina nel fianco di Adjapong.
Con l’ingresso di Mounier, il calderone rischia di esplodere più volte perché, dopo il gol di Cristante, Consigli spegne il fuoco della passione sui tentativi di Grassi, Caldara e Mounier. L’unica cosa che scoppia è la rabbia di Gasperini per le occasioni non sfruttate e per quell’ ammonizione presa dal Papu che gli costerà la squalifica per la partita pasquale dell’Olimpico contro la Roma.
Un’Atalanta bella a metà fa i conti con la sorte. Lo stregone dovrà inventarsi un quarto elemento da aggiungere nel pentolone per sabato perchè la qualità del Papu si sentirà eccome. Il bicchiere mezzo pieno, invece, decreta che i giocatori che partono dalla panchina sono sempre sull’attenti.
di Sebastiano Moretto
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