Atalanta-Bologna 3-2: dura lex sed lex. La Dea risorge con Caldara

ATALANTA-BOLOGNA 3-2
(4′ CONTI, 14′ FREULER, 16′ DESTRO, 61′ DI FRANCESCO, 71′ CALDARA)
La dura legge del gol…a metà.
Si, “gli altri segneranno però/ che spettacolo quando giochiamo noi/ non molliamo mai”. A sei partite dalla fine, inclusa quella di ieri, non può che essere questo il motto dell’Atalanta.
Dopo aver avuto quattro mesi di cleen sheet all’ “Atleti Azzurri d’Italia“, la squadra begamasca ha iniziato a trovare qualche ostacolo sulla propria strada ma questa volta, a differenza del Sassuolo, il Bologna non è bastato per interrompere la rincorsa al Sogno.
Se non è sicuro che non subisca gol nelle partite casalinghe, quel che, invece, è assolutamente certa è la voglia di non mollare mai. Anche, e soprattutto, in partite come queste dove dopo 4′ sei in vantaggio, ti rilassi dopo il secondo gol, la squadra avversaria pareggia ed allora qualcuno deve inventarsi il blitz vincente. Poi, questi, sono i match più difficili (Gasperini dixit) perché può capitare che anche una squadra in una posizione di classifica tranquilla possa avere un moto d’orgoglio e rovinarti il pomeriggio.
Attenzione, però! L’Atalanta, almeno in questo campionato, non è una squadra qualunque ergo nessuna partita può indirizzarsi verso un solo binario. In fondo, questi ragazzi terribili possono tirare fuori dal cilindro, in ogni istante, un C..aldara! Perchè se il classico simpatico animaletto spunta all’improvviso fuori dal copricapo durante i trucchi di magia se sente profumo di carota, il futuro sposo juventino colpisce quando inala la fragranza del pallone messo sulla bandierina del calcio d’angolo, dove c’è il prestigiatore (solitamente il Papu). Spizzata di Cristante (thò! Un altro giovincello), tocco di Caldara e Mirante viene battuto per la terza volta.
Il difensore ha tolto le castagne dal fuoco perché la sua squadra ha sì regalato spettacolo ma solamente per i primi 15′. Dopodichè, Gasperini si è dovuto vedere costretto a cambiare per ben due volte il modulo nel secondo tempo: da un 4-4-2 con l’ingresso di D’Alessandro ad un 4-2-3-1, posizionando Gomez prima punta, libera di svariare per non dare riferimenti a Gastaldello e Maietta.
In settimana, quindi, il tecnico dovrà capire il perché di quel black-out dopo il 2-0, soprattutto se la prossima settimana arriverà a Bergamo la Juventus. Intanto, però, i tre punti in più fanno morale e prendere margine dall’Inter. Se l’Europa rimane il Sogno, i sette punti di distacco dai nerazzurri sono realtà e, ci consentano gli 883, “Perché in fondo lo squadrone siamo noi”.
di Sebastiano Moretto

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