Questa volta senza incomprensioni o rifiuti. Dopo la perla regalatagli 7 giorni fa, Andrea Mandorlini, al 17esimo del secondo tempo di Empoli-Genoa, non ha avuto dubbi su chi scegliere per sostituire Rigoni. Una fiducia, quella verso Jules Oliver Ntcham, che è incrementata rapidamente nel giro di una settimana, grazie a un tiro dalla distanza, d’interno collo, che si è infilato sotto il sette, e che è destinata ad aumentare grazie ad un altro tiro da fuori area, questa volta d’esterno, e terminato nell’angolo basso della porta. Stavolta non bastano due minuti per sbloccare l’incontro ma quel che conta è che
il giocatore del Manchester City, sotto la nuova gestione tecnica, ha deciso due partite, per un pesantissimo bottino di 4 punti. Se contro il Bologna era quasi impossibile riprendere una partita che si incanalava verso la sconfitta, a Empoli, in una sfida dominata da ambo i lati dalla paura di perdere, era altrettanto difficile.
Un guizzo, un’ intuizione, un lampo o solo incoscienza. Quello di cui aveva bisogno un Genoa in crisi, che sino a quel momento non aveva certamente brillato per la qualità del suo gioco, lo ha trovato in Olly, ai margini del progetto di Juric e pian piano centrale in quello di Mandorlini.
L’allenatore richiede un baricentro molto basso e il modulo 3-5-2, molto difensivo, sembra avere in testa un solo obiettivo: quello di non subire reti. Poco importa se Simeone deve mettersi in proprio per tirare verso la porta avversaria e le uniche occasione, peraltro più pericolose rispetto a quelle empolesi, arrivano da iniziative individuali. Le ali e il reparto mediano sono bloccati da un Empoli che mantiene un possesso palla a percentuali altissime (67% nella prima frazione, 61 nella seconda) ma che comunque non punge e non arreca preoccupazioni alla difesa; ma le statistiche non intimoriscono il Genoa ed il suo allenatore che osserva la sua squadra obbedire ai dettami tecnico-tattici. Un’inversione totale rispetto al gioco di Juric, che nelle ultime uscite della sua avventura rossoblù imponeva un pressing sul portatore di palla che, alla lunga, diventava insostenibile. Ne sono la prova sia la trasferta di Napoli che la partita interna contro il Sassuolo dove delle ottime fasi iniziali, giocate a ritmi molto intensi, sono state seguite da prestazioni opache ed imprecise. Cuore, difesa e zona Cesarini, anzi Ntcham. Un squadra chiusa e che dietro sbaglia poco, evita sbandamenti e sfrutta tutti i 90 minuti a disposizione, forse poco frizzante ma sicuramente solida, secondo i dogmi di Mandorlini che in due partite si è guadagnato 4 punti sudati, sporchi e soprattutto meritati.
Vittoria ritrovata dopo 2 mesi e mezzo, Castellani espugnato dopo 46 anni e testa al derby di sabato sera, partita che per 90 minuti sarà una battaglia e che ai genoani non dispiacerebbe vincere nei minuti finali. Nella zona Ntcham.
Focus Genoa: E alla fine arriva Olivier. Di S.Mangione
A cura di
Stefano Mangione