Buon compleanno, Imperatore

L’ho visto diventare verde come Hulk, prender palla al limite della propria area di rigore, fluttuare lungo il prato verde di San Siro e far gol dopo aver saltato l’intera difesa dell’Udinese. L’ho visto gelare il Milan, prossimo campione d’Europa, con un elegante colpo di tacco. L’ho visto segnare all’ultimo secondo della finale di Coppa America, contro gli storici rivali dell’Argentina, portando ai rigori una partita che sembrava già persa e che poi ha vinto. L’ho visto primeggiare nei campi di tutta Europa, segnare valanghe di gol, 18 in Champions, come nessun altro giocatore dell’Inter. L’ho visto, per la prima volta, entrare in campo al Santiago Bernabeu, e senza timore reverenziale alcuno, assumersi la responsabilità di calciare una punizione dal limite e rischiare di bucare la rete. L’ho visto tanto forte e potente che ho avuto pochi dubbi sul fatto che potesse diventare presto il più forte del mondo. Poi, d’un tratto, non l’ho più visto. Il Brasile, l’alcol, la morte del padre, la depressione. Oggi compie 35 anni Adriano Leite Riberio, uno dei talenti più sprecati della storia del calcio mondiale. Un giocatore che a 24 anni aveva conquistato il mondo, tanto che veniva chiamato “L’Imperatore“. Lo scettro gli è caduto di mano troppo presto ma basta riavvolgere il nastro dei ricordi, chiudere gli occhi qualche secondo. E al momento degli applausi e dell’inchino non aver più dubbi sulla veridicità del suo soprannome. Buon compleanno, Imperatore.
Angelo Giordano

Lascia un commento

P