“Quando ho dato la palla a Spinazzola ero sicuro che sarebbe arrivato in fondo. Gasperini dice a noi difensori che quando abbiamo la palla al piede possiamo diventare offensivi, Spina mi ha dato una grande palla ed io non lo so come ho fatto a segnare..”
Comincia così la bella intervista rilasciata da Mattia Caldara quest’oggi alla Gazzetta dello Sport; un’intervista nella quale emerge tutto il lato umano di un ragazzo che nel giro di 4 mesi è passato dall’essere un semplice calciatore della Primavera a calciatore valutato 21 milioni (15 fissi e 6 di bonus) dalla Juventus. “Lo JMedical mi ha impressionato, così come lo Stadium: è l’impianto che mi ha emozionato di più! Posso dire anche di seguire sempre la Juventus in Champions, anche se mi tocca uscire di casa perchè mio padre non ha l’abbonamento..”
Un ragazzo genuino il numero 13 dell’Atalanta, che arrossisce quando qualcuno gli ricorda che potrebbe ripercorrere nel dettaglio la carriera di un mostro sacro come Gaetano Scirea: “è un paragone eccessivo, ma è anche un grande stimolo; mi basterebbe fare la metà di quello che ha fatto lui! Il mio modello per eleganza e capacità di vedere prima cosa facevano gli altri però era Nesta.” E dell’attuale difesa della Juventus, cosa ruberebbe a ciascuno? “Di Bonucci vorrei avere la capacità di impostare, di Barzagli la bravura in marcatura sull’uomo e di Chiellini la grinta; ma da tutti e tre vorrei l’incredibile forza mentale.”
Il centrale dell’Atalanta, che sbarcherà in bianconero solo nell’estate del 2018 per poter giocare ancora con maggiore continuità, non si dimentica tuttavia di Rugani: “Ha detto che non ho ancora completamente fatto vedere di cosa sono capace? Gli pagherò una cena, anzi due!” E, a proposito del suo futuro a Bergamo, non si nasconde certo dietro ad un dito: “abbiamo fatto qualcosa di grande, e vedere la faccia allegra della gente è bellissimo. Forse non ce ne rendiamo conto, ma stiamo facendo sognare i tifosi. Il mister poi ci credeva da giorni; in settimana ripeteva che dovevamo fare una cosa grande, non una cosa a metà. A Napoli abbiamo superato l’esame di maturità, ed ora si che pensiamo alla Champions!“
A cura di
Giuseppe Tridente
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