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Gli accordi ci sono ormai già da tempo ed il timore dei tifosi del Milan di essere stati raggirati non sussiste più: la squadra rossonera è di fatto di proprietà cinese.
Sebbene la data del closing sia stata spostata ancora agli inizi di Marzo a causa di problemi economico-burocratici, il passaggio di proprietà si è consumato e si sta consumando inesorabilmente e materialmente nel corso dell’ultimo mese. Il gruppo di investitori cinesi, rappresentati nell’operazione dal presidente Yonghong Li, ha versato da Settembre ben 200 milioni di euro complessivi di caparra alla Fininvest, società che deteneva le quote di maggioranza del Milan, e da accordi il 3 Marzo sarà ufficialmente in possesso del 99% delle azioni rossonere. Il quesito che ha tuttavia interessato tutti gli addetti ai lavori esterni alle due società è stato: ” Se la Cina ha ritardato il trasferimento di capitali sino alla data del closing, da dove provengono i soldi versati dagli asiatici come caparra?”.
L’ANALISI
Calcio e Finanza, testata principale italiana di economia e sport, ha provato ad indagare sulla questione e grazie ai documenti pubblici di società satellite della Sino-Europe Sports Investments , holding del già citato Li, è riuscita a vederci più chiaro.
Dai vari testi e dai registri è stato possibile ricostruire in parte il percorso di provenienza del denaro della seconda caparra versata dal SES lo scorso 13 Dicembre ad ulteriore garanzia dell’accordo stipulato con la famiglia Berlusconi.
I 100 milioni provengono da un finanziamento operato dal Willy Shine International Holdings, fondo di investimento con sede alle Virgin Islands, che ha consegnato al gruppo cinese l’ammontare prefissato attraverso la stipula di un contratto di pegno con garanzia su diverse società del SES. Le società in questione sono la Rossoneri Champion, controllata a sua volta dalla Rossoneri Sports Investment, con sede ad Hong Kong ed il cui capitale è stato impegnato come garanzia del prestito.
Risulta tuttavia ancora ignoto chi siano effettivamente i proprietari della holding delle Isole Vergini Britanniche, dal momento che in virtù delle leggi vigenti sulle isole le società non sono tenute a pubblicare nessun tipo di elenco di proprietari o azionisti.
a cura di Matteo Cascella,
articolista per Voti-fanta.com
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