FIORENTINA – JUVENTUS 2-1 (37′ Kalinic (F), 54′ Badelj 54′ (F), 58′ Higuain (J))
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Forse nessuno, davvero, se lo aspettava. L’aria di derby, le motivazioni e la voglia di vincere però hanno reso la vittoria della Fiorentina possibile. Una favola sì, ma non fantasia.
La “Bella” Viola e la “Bestia” Bianconera, una partita bellissima, ma dal finale inaspettato che ha reso il tutto ancora più emozionante ed eccitante e ci ha regalato un Campionato diverso perché da stasera i giochi si riaprono.
Fiorentina dunque positiva. Bene Tatarusanu, ma praticamente inoperoso. Inaspettatamente grintoso e decisivo Carlos Sanchez in un ruolo che non gli appartiene, è parso più esperto e navigato nel ruolo di Rodriguez e Astori un po’ troppo ballerini.
Centrocampo ok. Chiesa sugli scudi. Un ragazzo con una grinta e una voglia nuova, diversa che forse troppo a lungo si è imputato ai giovani italiani di non avere. Vedere per credere nel momento della sostituzione la “strigliata” data a Tello per infondergli energia positiva. un giovane senatore.
Bene sia Vecino (tarantolato nei minuti iniziali) e Badelj che un po’ fortunosamente ha trovato il gol del 2 a 0, ma che nonostante l’uso un po’ troppo “pesante” del “piatto forte della casa”, il fallo, è sempre stato attento e diligente. Ottimo anche Borja Valero nonostante non fosse al meglio. Positivo Olivera contro un Cuadrado che navigava a velocità di crociera.
Oltre a Chiesa note di merito anche a Bernardeschi imprescindibile per questa squadra e per Kalinic mai domo e sempre concentrato anche se da fuori le voci di mercato sembrano interessarlo sempre più in prima persona.
Artefice numero uno della vittoria però è Sousa che ha preparato la partita alla perfezione infondendo oltre che idee precise e chiare alla squadra anche motivazioni e voglia che hanno dato quel “quid” in più per portare a casa la vittoria.
Juventus, invece, troppa brutta per essere vera. Si salvano solo Buffon e Barzagli nella retroguardia bianconera. Il portiere evita l’imbarcata nei primi minuti mentre il centrale di destra e il migliore della BBC (trio che doveva garantire solidità). Male Bonucci appannato e non in condizione dopo l’infortunio, distratto, scoordinato più del solito e falloso Chiellini.
Poco contributo a centrocampo. Chiave e fulcro della sconfitta bianconera. Il primo ad andare in panne è Marchisio il “faro” della manovra juventina. Ai lati del numero 8 bianconero si spengono o si accendono ad intermittenza Sturaro e Khedira. Il primo parte bene, ma finisce presto le batterie, il secondo, invece, si è caricato con una sola pila funzionante che lo porta a giocare bene a sprazzi. Troppo brutto e inconcludente per essere vero. Esterni croce e delizia. Cuadrado affossato da Olivera è evanescente e utile come una confezione di ghiaccio al Polo Nord, meglio Alex Sandro a cui si fa fatica a muovere una critica se non di perdersi in fase difensiva (vedi gol Badelj).
Capitolo argentini: Sembrano sempre lì lì per accendersi e decidere la partita da soli mentre gli altri guardano. Parlano una lingua diversa, ma stasera strappano il 6 per sprazzi di pura classe.
Così e così i subentrati che si limitano a svolgere il compitino.
Ora di chi è la colpa della sconfitta: Allegri? No. Lui semmai non dà continuità ad una squadra e ad un modulo che funziona. Però la colpa è quella di avere troppi campioni che possono decidere da soli una partita, ma che faticano ad agglomerarsi ad un meccanismo. Società o giocatori quindi? Stiamo alla partita di oggi: è mancata la “fame” di voler vincere perché se l’erano presa tutta gli avversari prima di iniziare a giocare.