Riuscire a segnare tre gol al San Paolo contro il Napoli e uscire dal campo a mani vuote può essere frustrante ma probabilmente è un’analisi troppo riduttiva della partita andata in scena ieri. Se è vero che il Torino ha battuto il Napoli nel secondo tempo per 3 a 2 è anche vero che le gare durano due tempi e, ad onor del vero, il risultato non è sembrato mai essere in discussione. Probabilmente è anche inutile addentrarsi in disquisizioni erudite o tentare di estrapolare concetti tattici improbabili quando il tema della partita si può riassumere affermando che il Torino ieri ha incontrato semplicemente una squadra più forte. Un Napoli che viaggia a mille Km/h in tutti i suoi effettivi e che ha fatto emergere tutte le difficoltà, soprattutto difensive, che gli uomini di Mihajlovic stanno facendo venire a galla nell’ultimo periodo. Ormai sono tre le sconfitte consecutive e ora più che mai occorre reagire, magari ripartendo propio dalla seconda frazione del San Paolo.
Per la prima volta dall’inizio di questo campionato il Toro si troverà giovedì sera in una gara con “l’obbligo” di vincere per non compromettere quelle che erano le aspettative iniziali suffragate da alcune prestazioni che hanno lasciato a bocca aperta tifosi e non. Ora però è lecito domandarsi con quale modulo Mihajlovic abbia intenzione di mettere in campo i suoi visto e considerato che il tecnico serbo non sembra schiodarsi dall’idea del 4-3-3. Modulo che ha riproposto anche a Napoli, seppur camuffato, con Zappacosta e De Silvestri contemporaneamente in campo che ha lasciato qualche perplessità. Come ripetiamo da tempo le alternative a livello di uomini per cercare qualcosa di diverso dal punto di vista tattico ci sono ma evidentemente Mihajlovic non ne vuole proprio sapere e continua imperterrito per la propria strada. Non crediamo che immaginare un Ljajic rifinitore dietro Belotti e un’altra punta di movimento o lo stesso serbo spostato più avanti e non sull’esterno possano essere considerate bestemmie tattiche, la cosa certa è che però in questo momento c’è bisogno di cambiare qualcosa. Ma anche le voci di mercato che si susseguono in questo periodo vanno controcorrente rispetto ad una piccola rivoluzione tattica e più nel segno della continuità. Iturbe sembra essere il primo obiettivo di Petrachi che pare abbia già strappato il sì all’ex attaccante del Verona proprio per fornire ulteriore linfa sugli esterni d’attacco. Ma puntare su un giocatore che non vede il campo da gioco da una stagione e mezza può essere davvero la scelta giusta ? E soprattutto, è l’attacco il reparto che necessita di innesti per innalzare il livello qualitativo della squadra ? In entrambi i casi la risposta potrebbe essere no, ma di sicuro Petrachi e Cairo hanno spalle decisamente più larghe e competenze non discutibili che consentiranno di valutare al meglio ogni situazione. Vero è anche che nel mercato di gennaio è difficile portare a termine operazioni importanti, un centrale difensivo però immaginiamo sia una delle priorità della lista degli acquisti in casa Torino.
Tornando all’attualità nessuna grande indicazione dalla sessione di scarico odierna alla Sisport, la preparazione riprenderà domani con seduta tecnico tattica a porte chiuse in vista della partita di giovedì al Grande Torino contro il Genoa.
A cura di Paolo Cassano
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