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Due sconfitte consecutive dopo sei partite senza aver mai perso. Ed in mezzo, tanta confusione. E’ questo il bollettino post Chievo Verona di una Sampdoria che pare nel bel mezzo di una nuova crisi d’identità.
Attenzione, la classifica è tranquilla, ma due campanelli d’allarme consecutivi possono destabilizzare un ambiente che, solo 8 giorni fa, poteva ambire a posizioni nobili di classifica. Ieri è arrivato il secondo 2 a 1 in una settimana, ed il punteggio finale non è l’unico punto in comune fra la partita interna contro la Lazio e quella del Bentegodi. Si è vista ancora una volta una fase difensiva non impeccabile, anche se, a onor del vero, i terzini non hanno quasi mai convinto in questa prima parte di stagione.
Sala e Regini (che pure ha fornito a Schick l’assist per il 2 a 1) sono stati ancora una volta insufficenti, incappando in errori da oratorio, in collaborazione con Puggioni, in occasione delle due marcature clivensi. A peggiorare la situazione ci si è messo il caso Silvestre. L’argentino, leader indiscusso della retroguardia blucerchiata, non ha preso parte alla spedizione di Verona, e pare sia al centro di voci di mercato che lo vorrebbero vicino al Torino. La sua presenza per la gara con l’Udinese, ultima partita del 2016, ci fornirà ulteriori indicazioni sul suo futuro.
L’altro punto in comune delle ultime due uscite ha un nome e un cognome: Patrick Schick. Il ceco è ormai una sentenza, gli bastano pochi minuti per timbrare il cartellino, e la ripresa della Samp non può non prescindere dai suoi gol. Impalpabile, ancora una volta, Ricky Alvarez. L’argentino pare soffrire la concorrenza di Bruno Fernandes, che lo ha relegato a seconda scelta, e non riesce più ad accendere la luce nelle occasioni in cui Giampaolo lo chiama in causa. Pochi giorni e si torna in campo. L’occasione di rialzarsi, e chiudere bene l’anno, si chiama Udinese. La Samp non può fallirla. Al di là del mercato, al di là della confusione. Il campo è la sentenza che conta di più, il resto verrà di conseguenza.
Angelo Giordano
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