Obiettivo numero uno in casa Torino dimenticare il secondo tempo col Milan e guardare avanti, cercando di ritrovare la concentrazione giusta per affrontare questa seconda parte di campionato. Probabilmente non c’è persona migliore in questo di Sinisa Mihajlovic, un uomo con gli attributi capace di gestire le risorse alla perfezione. In questo senso probabilmente ci sarà da tenere d’occhio la situazione di Ljajic, vera croce e delizia del Torino versione 2016/17. Il talento serbo è stato frenato inizialmente da un infortunio muscolare ma è rientrato alla grande collezionando gol e prestazioni più che convincenti. Poi però un calo, quello dell’ultimo periodo. Calo imputabile solo ad un fisiologico abbassamento della condizione fisica ? No. Il ragazzo ex Fiorentina, Roma e Inter ha sempre palesato in carriera il difetto della continuità, possiede grandi colpi, è vero, ma non è mai riuscito a concludere una intera stagione sui livelli che potrebbe raggiungere visti gli indiscutibili mezzi a disposizione. Classico genio e sregolatezza che nel calcio moderno però non sembra essere più attuale e soprattutto redditizio. Ora, dopo il rigore fallito nell’ultima di campionato, la palla (è proprio il caso di dirlo) passa a Mihajlovic che dovrà decidere se insistere su Ljajic o dare spazio ad Iturbe che scalpita per una maglia da titolare. Psicologicamente un’esclusione potrebbe essere un duro colpo da assorbire per Ljajic e crediamo che il suo allenatore tenderà a rinnovargli la fiducia, pro tempore però. D’altro canto è anche vero che una panchina potrebbe fargli ritrovare gli stimoli mentali che forse in questo momento sembra aver leggermente smarrito così da accumulare rabbia sportiva da poter sfogare in campo. Non siamo di fronte ad un caso, non ci sono state accuse o forme di persecuzione nei confronti del 10 granata, ora però è il momento di dimostrare che questa maglia la può indossare ed esserne all’altezza.
Dal mercato nessuna novità sostanziale in data odierna, l’obiettivo ormai conclamato è Castro, il centrocampista che sembra aver attirato su di sé le attenzioni di Mihajlovic. La situazione non sembra delle più semplici perché il Chievo non è società che sembra disponibile ad abbassare le pretese viste le condizioni finanziarie tranquille in cui versa. Probabilmente si potrà limare qualcosa agli otto milioni chiesti da Campedelli ma non certo scendere ai cinque proposti da Petrachi. Se matrimonio ci sarà dovrà essere alle condizioni dei veronesi, insomma. Intanto dalla seduta odierna alla Sisport, Castan non si è allenato con il gruppo ed ha svolto lavoro specifico assieme al lungo degente Molinaro. Il centrale brasiliano dunque resta un punto interrogativo per l’impegno di domenica Bologna e quindi ci potrebbe essere la conferma di Moretti e Rossettini in mezzo, non propriamente due Primavera, con Carlao appena arrivato e Ajeti mai considerato da Mihajlovic. Siamo sicuri, vista la situazione, che aver dato via Jansson sia stata la decisione migliore ?
A cura di Paolo Cassano