La nota più lieta di questa prima parte di stagione della Roma è senza dubbio Federico Fazio: da quando il centrale argentino si è piazzato al centro della difesa giallorossa, è aumentata in maniera esponenziale la solidità della retroguardia del club capitolino.
“Ma non sono stato solo io a crescere dalla gara di andata contro la Fiorentina – precisa Fazio a L’ultimo uomo – Se i giocatori crescono individualmente anche la squadra diventa unita, acquisiamo più sicurezza e fiducia l’uno del’altro! Siamo in grande forma, e questo permette a ciascuno di migliorarsi”. Tanta umiltà nelle parole dell’ex Siviglia e Tottenham, che proprio a proposito delle sue vecchie squadre traccia un parallelismo tra i vari campionati: “la Serie A è molto simile alla Liga, si gioca un calcio molto tattico; forse è stato più facile per me perchè sono stato avvantaggiato dal tipo di vita che si vive a Roma, dalla cultura; per noi argentini, l’Italia è come casa!”
Già, e proprio in relazione a quest’ultima sua affermazione, viene spontanea la domanda sulla Nazionale argentina: come mai Fazio non è mai stato preso in considerazione dall’albiceleste? “Ora sono conosciuto, ma venendo dalla Segunda (la Serie B argentina) e non essendo mai passato per un club importante in Argentina, magari la gente non aveva avuto modo di conoscermi davvero. Mi spiace davvero di non aver avuto l’opportunità di mostrare il mio valore. Ma l’importante è sempre guardare al futuro, anche per la Nazionale.. chissà, pure per quella italiana!”
Chiusura infine dedicata all’amico di una vita, quel Diego Perotti che ha aiutato tantissimo il classe 1987 nel suo ambientamento a Roma: “ero venuto a trovarlo già a marzo scorso, si stava già trovando molto bene; Roma mi ha colpito da subito, e quando è uscita fuori la possibilità di venire qua è stato facile accettare.”
A cura di
Giuseppe Tridente
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