Parla Gonzalo Higuain. Un estratto dell’ intervista realizzata da Sky Sport per la rubrica “I signori del calcio” in onda da domani sull’ emittente satellitare.
RIVER LA TUA SQUADRA DEL CUORE
“Certo, sono stato lì dieci anni, da quando avevo 9 anni fino ai 18. Nove anni di cui sono molto grato, perché mi hanno fatto crescere tanto da poter andare poi in Europa. River-Boca è stata tutta la vita una rivalità molto forte, molto sentita”.
TUO PADRE LO PERDONI PER AVER INDOSSATO LA MAGLIA DEL BOCA?
“No, ma perché devrei perdonarlo? Ognuno è libero di scegliere quello che vuole. Alla fine questo è uno sport e ognuno prova a scegliere quello che pensa possa renderlo più felice, quello che pensa sia meglio per se stesso, per la famiglia e per stare bene”.
ESISTE IL VALORE DELLA MAGLIA
“Sì, esiste, però come ho già detto è uno sport, è come tanti altri lavori. Uno deve scegliere quello che lo rende felice, quello che uno pensa sia meglio per se stesso e che lo possa far migliorare nel futuro. Il rischio si deve prendere. Qualche volta può andare bene, qualche volta male ma, ogni volta che si prende una decisione, si deve essere convinti del fatto che sia quella giusta”.
ESPERIENZA A MADRID
“Sì, è stato in un momento delicato della mia vita: ero molto giovane. Avevo da poco iniziato con il River e non mi aspettavo mi venisse a cercare una squadra di quel calibro. Fino a che non sei lì, è difficile immaginare la dimensione di quello che ti sta accadendo. Infatti la mia famiglia mi diceva: -Ma ti rendi conto che sei un giocatore del Real Madrid?. No, non mi rendevo conto di quella cosa-“.
RITORNO A NAPOLI
“Per me sarà un ritorno speciale. Ho vissuto tre anni in quello stadio, in quella città. Tre anni bellissimi e per me sarà un ritorno speciale, come qualsiasi giocatore che torna alla sua vecchia squadra, con cui ha vissuto momenti belli. Quando ho preso la decisione di andare via da Madrid, stavo pensando a quale squadra scegliere, in quel momento è arrivato il Napoli e ho detto a mio fratello: -Andiamo!- A Napoli ho passato tre anni, come ho sempre detto, meravigliosi. E’ una città forte, forte per il calcio. Ringrazierò sempre i tifosi, i compagni, lo staff, gli amici che ho lasciato lì, perché sinceramente ho passato tre anni meravigliosi. E dopo, mi ha preso questa grandissima squadra. Di questo, l’ho detto sin dal primo giorno qui, non sono pentito per niente; al contrario, sono ancora più deciso della decisione che ho preso. Perché mi sento benissimo, sono felice, sento che sto crescendo ancora di più come calciatore e veramente, ogni giorno che passa, sono più convinto della decisione che ho preso: per la società, i compagni, la gente, per come si vive. Si sta più tranquilli e questo per un calciatore è fondamentale.
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