Tutto comincia nei lontani anni ’60: nascono i Beatles, il movimento Mod e la prima Atalanta europea. In quel decennio, la Dea riesce a qualificarsi per ben sei volte ad una competizione con squadre estere (certo, molto meno “sofisticate” di quelle nostrane, ma pur sempre utili per il palmarès).
I bergamaschi, nel 1961-1962, superano il girone al primo posto dell’allora Mitropa Cup, tenendosi alle spalle, rispettivamente, MTK, Partizan Belgrado e Banìk Ostrava.
Il torneo consisteva in quattro gironi da altrettante squadre in cui si sfidavano solamente formazioni dell’Europa centrale. Quell’anno le nazioni rappresentanti erano: Italia, Repubblica Ceca, Ungheria e Jugoslavia. Passavano alle semifinali solo le prime qualificate; la Dea, come accennato, ci riuscì ma fu eliminata dalla squadra ungherese del Vasas Budapest, autore di una vittoria per 3-1, dopo che i nerazzurri avevano assaporato il passaggio in finale per la vittoria in casa di 1-0.
L’astinenza da torneo oltreconfine (anche se, questa volta, poco oltre) non dura nemmeno un anno visto che la seconda partecipazione è segnata sull’album della poco conosciuta Coppa delle Alpi nel 1962-1963. Questa volta i bergamaschi riuscirono ad arrivare in finale ma furono sconfitti dai connazionali juventini per 3-2.
La vittoria della Coppa Italia, nella stessa stagione, a discapito del Torino comporta il pass per la presenza alla Coppa delle Coppe. Esperienza, però, sfortunata visto che lo Sporting Lisbona si impone alla partita dello spareggio per 3-1 (andata a Bergamo: 2-0 ; ritorno a Lisbona: 3-1).
Dopo tre anni di vuoto, l’Atalanta torna a qualificarsi per due manifestazioni nel giro di tre anni: la Coppa Rappan, un torneo intercontinentale considerato un antenato della Coppa Intertoto, nel 1966-1967 ed ancora la Mitropa Cup nel 1967-1968 e nel 1968-1969. Nella prima occasione non riuscì ad arrivare fino in fondo perché fu eliminata ai gironi da Grenchen, Racing Strasburgo e DWS Amsterdam; nelle seconde idem perché fu sconfitta prima dall’Austria Vienna e poi dalla Stella Rossa. Quest’ultima esclusione ebbe dell’incredibile perché i bergamaschi riuscirono ad essere inflitti per 5-1 a Belgrado dopo aver vinto 4-2 in Italia.
Prima di un’ultima parentesi in Coppa Rappan nel 1977-1978, conclusasi con l’eliminazione ai gironi, l’Atalanta torna in Coppa delle Coppe sul finire degli anni ’80, quando c’è la svolta: grazie ad un giovane Mondonico in panchina, i nerazzurri tornano in A e si qualificano per la manifestazione dopo aver raggiunto la finale di Coppa Italia. In quest’occasione, vendicarono la sconfitta con i portoghesi del Lisbona di vent’anni prima e cedettero solamente in semifinale ai belgi del Malines per un doppio 2-1.
I due anni successivi, grazie ad un sesto ed ad un settimo posto in campionato, la Dea si qualifica per la prima e seconda volta alla Coppa Uefa. Nel 1989-1990, l’Atalanta fu sconfitta immediatamente dallo Spartak Mosca mentre nel 1990-1991 la cavalcata nerazzura fu fermata da connazionali e con…colorati, quando l’Inter di Trapattoni si impose per 2-0 a Milano dopo un pareggio a reti bianche a Bergamo.
L’ultima apparizione in una competizione europea risale al biennio 1994-1995, quando fu creata la Coppa Anglo-Italiana in cui si sfidavano otto partecipanti inglesi ed altrettante italiane. Come nelle precedenti piccole manifestazioni, anche qui la Dea venne eliminata ai gironi per aver concluso al secondo posto dietro l’Ascoli.
Insomma, la storia bergamasca in Europa non incoraggia più di tanto ma la squadra lombarda è pronta per stupire e per scrivere una nuova pagina oltreconfine.
“Come together, right now, over me” cantavano i Fab4 nel 1969.
Sembra che intoni lo stesso motivo anche Gasperini.
Sembra che intoni lo stesso motivo anche Gasperini.