Ciro Immobile ha parlato in conferenza. Subito sul rapporto con il Gallo Belotti: “Una Nazionale con due attaccanti che hanno fatto tanti gol come me e Belotti deve andare al Mondiale, altrimenti sarebbe una delusione. Merito anche della squadra, ovvio, comunque meglio restare concentrati e umili. Io e Gallo siamo amici. Siamo in camera insieme, facciamo sempre le stesse cose. Gli ruberei il colpo di testa, per lui è un’arma letale”.
E la rivalità? “In azzurro non si può averne con nessuno, quando ci si ritrova qui siano tutti amici e compagni di squadra”.
Buffon ha dichiarato che la Nazionale è fortissima: “Mai contraddirlo, se lo ha detto ci sarà un motivo. Se guardo le ultime partite della Nazionale sono felice, è importate avere la fiducia dell’allenatore, mi conosce, sa come lavoro. Sa quando vivo momenti buoni, come adesso”.
Sulla classifica cannonieri: “Io l’ho vinta nel 2014, è un’emozione che ti resta dentro, è unica. La conquistai con 22 gol, ma quest’anno non bastano. Sono a 17 e provo a ridurre il gap con quelli che mi sono davanti, non è facile. Ci proverò, ma se non ce la faccio lo auguro a Belotti”.
Sui giovani attaccanti: “Petagna sta facendo un grande campionato, sa far giocare bene la squadra, deve solo migliorare il rapporto tra partite e gol”.
Da giovane con Verratti e Insigne, faceva sognare Pescara: “Proprio quell’annata ci ha fatto fare il salto di qualità e dato la fiducia giusta per andare avanti. Parliamo sempre di quei tempi, sono cose che restano tutta la vita, abbiamo vinto un campionato da sfavoriti. Siamo partiti insieme dalla B e ci ritroviamo qui a Coverciano per giocarci il Mondiale”.
La sfida con l’Albania non è più una partita semplice: “Ora è una squadra importante, ha fatto un buon Europeo, è allenata bene. Difenderà il risultato con le unghie e con i denti. Dare il 90% non basterà. Dobbiamo sia essere aggressivi per il nostro modo di giocare, sia prudenti quando si vuole riposare un attimo, prima di colpire ancora. Con Tare e Strakosha ci siamo fatti battutine. Anzi, col portiere ci siamo sentiti ieri e lui mi ha detto ‘avrete del filo da torcere’. E io ho risposto: ‘ce la metteremo tutta per battervi’. Gli ho chiesto la formazione ma non me l’ha detta”.
Il rapporto con la città di Palermo è speciale: “Ogni volta che ci torno in azzurro mi emoziona, è una città che ci sta vicino. Noi comunque siamo cresciuti. Siamo più squadra, più uniti e migliorati, anche se c’è poco tempo per lavorare. E qui poi non parliamo di campionato, ma solo di maglia azzurra”.
Anche Immobile, come Ventura, vorrebbe anticipare l’inizio del prossimo campionato per arrivare più preparati alla sfida con la Spagna, del 2 settembre: “Sono d’accordo col c.t.. E’ un anno importante e devono capirlo tutti. Per arrivare nel migliore dei modi a quella partita occorre anticipare l’inizio del campionato, non vedo quale sia il problema”.
Immobile ha poi parole al miele per la Lazio: “Non vivevo un periodo semplice, dovevo tornare a fare bene. Serviva a me, serviva alla Lazio, ma non ci si può fermare perché nel calcio le cose cambiano subito. Certo, la Lazio non era partita coi favori del pronostico, c’erano stati i casini con Bielsa. Poi con Inzaghi le cose si sono messe a posto e quindi con l’arrivo di Peruzzi la società ha fatto una gran lavoro dietro le quinte. Così abbiamo fatto cose che neppure noi ci aspettavamo, anche se avevo fiducia nei miei compagni”.
La Lazio ha battuto la Roma nella semifinale d’andata di Coppa Italia. Ma è più facile vincere la Coppa Italia o andare al Mondiale? “In Nazionale occorre fare più partite, mentre per la Coppa mancano solo due step. Per arrivare in finale, comunque, occorrerà una grande prova, per la Roma non tutto è perduto, di sicuro non molla, però noi vogliamo ripetere la partita dell’andata”.
Nel finale un augurio speciale: “In bocca al lupo al lupo alla Panico che comincia l’avventura nell’Under 16, sono felice di questa scelta. Spero che farà un bel lavoro”.
E per concludere, un pensiero su Florenzi: “Ale ci manca. Lui è un po’ pazzerello, perché faceva cose che altri non fanno”.
a cura di Alberto Bazzerla