Lunga intervista a Luciano Moggi rilasciata al quotidiano Libero:
JUVE ANCORA SOTTO PROCESSO
«E sì che ci risiamo, quando uno è il più forte dà fastidio a tutti».
COMPLOTTO?
«Undici anni fa erano morti l’ avvocato Agnelli e Umberto, era morto pure Chiusano, c’ era un’ eredità da dividere. Era un momento difficile e tutti si sono buttati contro la Juve. Oggi è tutto diverso».
MOGGIOPOLI
«Mi hanno voluto incastrare. Se l’ Avvocato e Umberto fossero stati in vita certe cose non sarebbero successe. È difficile da spiegare, tanto le cose le sanno o le hanno intuite tutti. Fatti delle domande: l’ avvocato della Juve anziché difenderci chiese la retrocessione in Lega Pro della società».
CHI TI HA INCASTRATO?
«Questo non te lo dico, chiedilo a Tavaroli, l’ ex uomo di Pirelli ai tempi responsabile della sicurezza di Telecom Italia. Intervista lui, ti dirà da chi arrivò la richiesta della prima intercettazione a Giraudo».
VOLEVI PRENDERE LA JUVE NEL MOMENTO DI TRANSIZIONE?
«Io no di certo, lo dicevano di Giraudo, perché non lo conoscevano.
Lui ha le tenaglie nelle tasche, non ci infila mai le mani dentro. Era mal tollerato da molti malgrado i successi per il suo carattere prepotente».
PERCHE’ E’ STATO SCARICATO?
«Giraudo è il miglior manager che abbia mai incontrato. E non solo per le squadre di calcio, può lavorare in ogni azienda».
QUANTO TI E’ COSTATA CALCIOPOLI
«Milioni, e non solo di mancato guadagno. Pensa agli avvocati».
RADIATO A VITA
«Ma quella non è una sentenza, scrivono così i giornalisti che hanno altri padroni rispetto ai lettori. Il Consiglio di Stato ha dichiarato la propria incompetenza a decidere, la sentenza vera la aspetto dalla Corte Europea dei Diritti Umani, e mi riabiliterà».
COME BERLUSCONI?
«Io ho elementi per sperare che la mia richiesta sia accettata».
TRE ANNI DI ATTESA
«Sono lenti, ci vogliono sei anni».
PERCHE’ SEI ANCORA LEGATO ALLA JUVE
«Primo perché sono cambiate le facce in società rispetto al 2006. E poi perché alla Juve ho iniziato, nel settore giovanile e non posso negare di avere qualcosa di bianconero nel sangue. D’ altronde, chiunque lavora nel calcio ha la Juve come esempio e obiettivo, perché è l’ ambiente più serio e professionale del nostro mondo».
TUTTI CONTRO LA JUVE
«È il lamento dei perdenti, piangono per ottenere favori. Dopo averci attaccato, il Napoli ha avuto tre rigori in due partite».
LAMENTARSI FA BENE?
«È la squadra che ti fa i favori, non gli arbitri. Se non hai una grande squadra, è inutile piangere. Ti sto dicendo che quando uno va ad arbitrare una squadra forte, inconsciamente sente quello che deve fare e nei casi incerti è più probabile che fischi a favore della grande squadra. Non succede solo con la Juve».
ESSENDO LA JUVE PIU’ FORTE…
«Per fare carriera internazionale si devono arbitrare le squadre migliori e per arbitrarle si cerca di non sbagliare contro di loro, sennò si lamentano e il designatore non ti ci rimanda».
SUDDITANZA PSICOLOGICA, TERMINE DA TE CONIATO?
«Più che sudditanza la chiamerei, in senso buono, mignottaggine. Gli arbitri fanno quello che fa chiunque per fare carriera. E’ un discorso inconcepibile. La Juve quest’ anno ha avuto tre rigori a favore, la Roma 12, il Milan 9 e il Napoli 7».
PREGHIERE
“La domenica prima della partita pregavo Dio per vincere bene e senza aiuti, perché sapevo che gli arbitri sarebbero venuti intenzionati a farsi ben volere. È umano».
RIGORE IULIANO
«Il rigore di Iuliano su Ronaldo si poteva non dare. Ma anche se Ceccarini l’ avesse fischiato, la partita sarebbe finita 1-1 e non sarebbe cambiato niente. L’ Inter è finita 5 punti indietro. Per me in quella stagione è andato tutto come doveva andare».
INTERISTI
«Gli interisti hanno una maniera ottusa di vedere le cose. Quell’ anno l’ Inter avrebbe dovuto essere retrocessa per via del passaporto falso di Recoba».
CALCIOPOLI
« Io non avevo fatto nulla, come dimostra il fatto che anche oggi gli arbitri continuano a sbagliare a vantaggio dei più forti. L’ unica differenza è che ora spaccano gli spogliatoi e ai miei tempi no».
PAPARESTA
«Quello di Paparesta a Reggio Calabria è tutto uno scherzo, diventato poi barzelletta. L’ inchiesta di Calciopoli non ha accertato frodi neppure su una sola partita della Juve. Sono stati assolti tutti gli arbitri eccetto De Santis e Racalbuto. Il primo nel 2005/2006 ci ha fatto perdere tre partite su cinque negandoci due rigori. Ricordo una telefonata di Meani, addetto agli arbitri del Milan, a De Sanctis prima di una partita per chiedergli di non ammonire Nesta e Seedorf per non fargli saltare la sfida con la Juve, la domenica successiva. Il giorno dopo fu De Santis a telefonare al Milan per farsi fare i complimenti e gli risposero “sei un fratello”. Quanto a Racalbuto, quell’ anno non ci ha mai arbitrato. In compenso la Gazzetta, dopo una sua performance a Reggio Calabria titolò: “Il Milan vince con l’ aiuto dell’ arbitro”. Devo continuare?».
AMICIZIA CON GALLIANI E MILAN
«Giraudo pensava che Galliani fosse un amico, io non ci sono mai cascato. Ha tirato a fregarmi perfino quando morì Papa Wojtyla. Mi chiamò il ministro dell’ Interno Pisanu per dirmi: “Slittiamo di un giorno il campionato”. Poi ho scoperto che Galliani aveva brigato per slittare di una settimana per recuperare Kakà infortunato in tempo per la gara di Siena. Per non parlare di quando Adriano era capo della Lega. La Juve giocava in Champions il mercoledì e lui ci metteva in campionato il sabato. Il Milan giocava il martedì in Europa ma in Italia solo la domenica».
JUVE NON VINCE ALL’ ESTERO
«In Italia la Juventus gioca con la presunzione di vincere e gli avversari con la paura di perdere, e quindi parte avvantaggiata. Oggettivamente le manca un po’ di caratura internazionale e all’ estero non sempre è all’ altezza delle migliori ma fa sempre bella figura e arriva avanti. Chi difende l’ Italia all’ estero da anni è sempre e solo la Juve. L’ ultima volta in Champions è stata eliminata dall’ arbitro più che dal Bayern».
JUVE BARCA
«Il Barcellona, come il Real Madrid, è in fase calante. Messi passeggia, quest’ anno dipende tutto da Neymar, la Juve ce la può fare. La finale comunque sarà Bayern Monaco contro Atletico Madrid».
ALLEGRI
«Allegri resterà. E anche Buffon resterà alla Juve da giocatore ancora qualche anno».
DONNARUMMA
«Donnarumma somiglia molto a Buffon, che ho portato io alla Juve quando era poco più che un ragazzino, e diventerà un grandissimo portiere. Però è giovane, salva le partite ma può anche fartele perdere prendendo un gol per inesperienza. A Buffon questo non capita».
DOMINIO JUVE FA MALE
«Forse una squadra che vince sei-sette scudetti di fila non fa il bene del suo sport. Ma certo all’ immagine della Juve e ai suoi tifosi questo dominio fa benissimo».
QUANDO PERDERA’ LA JUVE?
«La Juve perderà quando nelle altre squadre ci saranno dirigenti che capiscono più di quelli bianconeri».
SEGRETO DEL DIRIGENTE VINCENTE
«Bisogna crescere al mondo, smettere di fare i bimbi anche se il calcio è un gioco. Devi essere cinico. I calciatori li devi trattare bene ma come dipendenti, se li tratti come figli e ti fai piangere sulle spalle metti in difficoltà tutto l’ ambiente».
ERRORI ARBITRALI
«Il calcio è fatto di episodi. Gli episodi vanno valutati durante tutto l’ anno e calati nelle circostanze delle singole gare. Vanno pesati, non vinci solo per gli episodi».
RIMPIANTI
«A Perugia sbagliai, dovevo ritirare la squadra, non si poteva giocare su quel campo e dopo un’ interruzione così lunga. Solo Collina si sarebbe potuto comportare così. Lui aveva un debole per il Milan e il Milan preferiva che vincesse lo scudetto la Lazio».
INTER ANTAGONISTA JUVE
«All’ Inter ai tempi di Moratti non sapevano fare squadra.Li vedremo: Zhang, il proprietario, ha soldi, è un imprenditore di livello mondiale. I cinesi vogliono portare il calcio a livelli alti ma per ora comprano caro e all’ estero. «Conta la prova dei fatti, con il casting per la scelta dell’ allenatore si è coperta di ridicolo ma ora Pioli sta facendo bene. Se non sai di calcio, anche se hai i soldi, venire in Italia e comandare non è facile. Zhang si deve trovare uno come Fabio Paratici, il direttore sportivo della Juve, e allora sì ne riparliamo».
TRIPLETE INTER
«Per vincerlo ci sono voluti Calciopoli e Mourinho, l’ unico che è riuscito a far fare un passo indietro a Moratti, che era uno dei guai dell’ Inter, troppo tifoso. Quando ha perso lo scudetto il 5 maggio contro la Lazio aveva già organizzato prima la festa in Duomo. Un errore, ha dato ai giocatori la sensazione di aver già vinto, il patatrac era inevitabile; ai miei a Udine lo dissi, infatti dopo 3 minuti già vincevano 2-0, erano carichi come molle»
MILAN
«Berlusconi è stato il più grande presidente della storia del calcio italiano. Ma aveva un difetto, interferiva con gli allenatori, parlava troppo e spesso li metteva alla berlina. È capitato pure ad Allegri e Ancelotti. Pare sia riuscito finalmente a vendere, anche se avrebbe dovuto mollare anni fa, quando i figli maggiori hanno iniziato a fargli pressioni in tale senso e si è accorto che non poteva far più nulla per la società e che il Milan non gli dava più ritorno in politica. Invece si è incasinato con la figlia Barbara, è andato in confusione. Era anche un modo per far fuori Galliani, ma non l’ ha portato fino in fondo. Da qui, il disastro».
LI SARA’ IL PRESIDENTE DEL MILAN?
«Finché paga, esiste la possibiltà. Certo, ha un modo strano di pagare ma io credo che la volontà di comprare ci sia e ora che ha trovato nuovi finanziatori internazionali importanti l’ affare si farà ».
CAIRO E IL TORINO
«Ha messo insieme una squadra discreta ma non sta facendo un campionato eccezionale. Ha grandi giocatori, da Belotti a Barreca a Benassi ma doveva rinforzare la difesa. La Juve vince perché ha la migliore difesa. Con la clausola da 100 milioni su Belotti, Cairo ha dimostrato di avere classe: sa che nessuno glieli darà ma ha fatto schizzare il valore del giocatore collocandolo nella cerchia dei migliori».
CAIRO TIRCHIO
«Si può vincere anche guadagnando, come facevo io, se stai attento, giri i campi di calcio e non selezioni con gli highlights delle tv. Credo che Cairo abbia lavorato meglio del suo allenatore, Mihajlovic, che non ha fatto rendere la squadra secondo le sue possibilità. È un sergente di ferro ma questo può anche essere controproducente. Quando ha detto che Maxi Lopez è grasso ha fatto un danno alla società, io lo avrei cacciato».
NAPOLI
“De Laurentiis alza un polverone per ottenere i permessi per fare lo stadio. Ma deve imparare dalla Juve che gli scudetti si vincono in provincia, così quando arriva lo scontro diretto sei tranquillo. Il Napoli perde troppi punti per strada. A Napoli mi vogliono tutti bene, non hanno mai più avuto una società così organizzata e vincente come con me e con Ferlaino presidente».
HIGUAIN
«L’ anno scorso a Napoli Higuain ha fatto 36 gol e la squadra ci è finita 20 punti sotto. Quest’ anno Gonzalo è a Torino, segna meno ma la Juve finirà 15 punti sopra. De Laurentiis parla troppo, e l’ allenatore Sarri ancora di più. Il Napoli ha eccellenti giocatori, che avrebbero bisogno di essere ben diretti. Altrimenti finisce come contro il Real, dove il Napoli ha giocato bene ma ha perso facendosi segnare due gol da Ramos perché l’ allenatore si vanta di far marcare a zona e non a uomo».
ROMA
“Grande squadra, con un grande centravanti, ma più che a inseguire la vittoria mi pare concentrata sulla vicenda dello stadio e assorbita dall’ eterna gestione del caso Totti».
AGNELLI E L’ ANDRANGHETA
«Il nome della Juventus è quello che fa più rumore, quindi quando si parte con un’ inchiesta si prende quello. È la solita tecnica: anziché fare indagini a tappeto per estirpare il fenomeno, si confeziona su misura un capo d’ accusa sul soggetto più importante e lo si dà in pasto ai media e accreditare il proprio lavoro. L’ anno scorso per tre partite a fianco della panchina del Napoli ha stazionato un soggetto definito “pericolosissimo”, perché la Bindi all’ Antimafia non ha fatto nulla, perché nessuno ha denunciato? In Italia se emergi ti tagliano la testa. L’ unico problema di Andrea Agnelli è di aver fatto troppo bene. Ha fatto rinascere la Juve dopo anni bui, coniugando perfettamente i successi sportivi al guadagno economico e si è affidato a collaboratori capaci come Marotta e Paratici. La storia della ‘ndrangheta è una cazzata. Se leggi e non sai puoi pensare di tutto, anche che il Consiglio di Stato mi abbia radiato, quel che appare spesso non è la verità. Quando ti occupi di calcio ti avvicinano migliaia di persone, magari anche solo per un selfie. Tu non puoi chiedere a tutti di esibire il loro casellario giudiziario».
INTERCETTAZIONI
«Non è allegata agli atti, al momento è un’ intercettazione fantasma. La vicenda finirà con una multa. Se condannano Andrea, devono condannare tutti i presidenti delle società di calcio. Chiunque ha rapporti con le curve e regala biglietti per evitare il peggio. Agnelli certo non conosceva i trascorsi di tutti i suoi interlocutori. Ma ammettiamo anche che li conoscesse superficialmente, la Federazione dovrebbe tutelarlo, anziché lasciarlo esposto. La Federazione ti vieta di avere rapporti con i tifosi ma ti multa e ti squalifica il campo se questi fanno casino. Però se qualcuno, per evitare le sanzioni, regala biglietti ai tifosi, lo accusa di infrangere le regole. Prendete ad esempio Italia-Albania: avete visto che casino hanno combinato i tifosi? Probabilmente è gente che non aveva i biglietti».
GESTIONE MOGGI DEI TIFOSI
«Io facevo patti chiari con i tifosi. Stabilivo una modica quantità di biglietti per chi si comportava bene ma guai a chi sgarrava. I tifosi mi conoscevano e sapevano che non si sarebbero potuti permettere colpi di testa. Se la Federazione non vuole che le società abbiano rapporti con i tifosi, mandi lei i suoi funzionari a lavorare con la Digos».
CALCIOPOLI REGOLAMENTO INTERNO?
«Calciopoli ha distrutto il calcio italiano, siamo stati eliminati due volte al primo turno dai Mondiali e in Europa facciamo ridere. Se si riapre il capitolo, finisce il calcio in Italia, non credo convenga a nessuno».
GUIDO ROSSI
« L’ allora capo della Corte d’ Appello, Porceddu, ha detto che loro non avevano tolto gli scudetti alla Juve perché non c’ erano elementi sufficienti. Poi arrivò Guido Rossi con quattro amici suoi, di cui uno consigliere dell’ Inter, e vi assegnarono lo scudetto».
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