La Roma non fa i compiti a casa? Bocciata dal Prof. Napoli

Roma – Napoli ha regalato pochissimo spettacolo ma anche la
certezza che fra le due squadre ci sia esattamente la distanza espressa dai
punti di distacco in classifica.
Così nonostante la più brutta prova stagionale il Napoli ha
piegato, senza particolare sofferenza, la Roma in casa.
Nulla di quanto segue scalfirà il verdetto del campo ma
serve solo come spunto di riflessione. “Dobbiamo
fare i compiti a casa”
ci dicono i politici di ogni colore per motivare o
giustificare i loro provvedimenti legislativi a volte quantomeno sorprendenti.
Il Napoli  esegue alla lettera: si chiude
tre settimane in casa (tra le alpi) e lavora, mette benzine nelle gambe, prova
e riprova gli schemi, previene infortuni, cementifica il gruppo.
La Roma fa il primo della classe senza esserlo mai stata.
Una settimana di lavoro blando che più blando non si può  e poi come premio tutti in gita! Pardon tutti
seriamente in tournée in America a capitalizzare il nulla. Così mentre gli
altri le sfrecciano davanti con la palla tra i piedi a Trigoria si contano gli
infortuni muscolari. Dopo i dieci smette di essere una conta e diventa
collezione. Penso che dopo i quindici scatti il guinnes dei primati. Una
situazione dilettantesca ai limite dell’autolesionismo.
Ma supponiamo che tutti questi infortuni siano solo
sfortuna; resta il fatto che bisogna cercare di vincere con quello che passa il
convento votandosi ad ogni Santo possibile.
L’allenatore della Roma ci tiene a ribadire ai quattro venti
di non essere un integralista. A dire il vero per un po’ c’era da crederci,
specie vedendo il cambio modulo con l’Athletico Madrid e  Nainggolan fare il trequartista a Milano. Ma dopo
sabato il mio personale giudizio completa la piroetta e torna al punto di
partenza: integralista della peggior specie. Vediamo perché.
Per giocare 433 devi avere nell’ordine: 2 terzini che sappiano
fare entrambe le fasi, mezz’ali e attaccanti esterni che abbiano gamba e/o
sostituti all’altezza.
La Roma si presenta al cospetto del Napoli più forte dopo
Maradona con uno dei due terzini che è Peres che non sa difendere né crossare né
scegliere quando crossare e come farlo. Pellegrini e De Rossi reduci da
infortuni a centrocampo, Perotti e Florenzi in condizioni non ottimali in
attacco. Quindi cosa fa?
Un assurdo  433, schematico,
iper attento alla fase difensiva e sterile in attacco.
 Ecco perché integralista
della peggior specie: fa tre errori in uno.
Il primo è macroscopico, piega gli uomini al modulo; il
secondo  non applica il modulo nella
versione “te ne dò quante più posso anche a costo di prenderle”, consegnandosi
al classico episodio castigatore (assist di De Rossi per Insigne).
Il terzo è il più grave: se sfidi un avversario più forte ed
organizzato nel modo che si aspetta, con gli interpreti che si aspetta e per di
più a mezzo servizio cosa ottieni? La disfatta.
Fazio era stato risparmiato per via dei troppi voli; peccato
che entrato in campo sembrava un concorde pronto ad un nuovo decollo. Andava  messo al centro di una difesa a tre con uno
straripante Manolas (mai minimante impensierito nell’uno contro uno da Mertens
o Insigne) e un attento Juan Jesus. Peres e Kolarov sulle fasce; i 3 di
centrocampo avrebbero potuto pressare meno ed accorciare in appoggio al duo
Perotti Dzeko (che avrebbe avuto meno campo da coprire da solo).
Il Napoli è una squadra molto organizzata e se non provi a
sorprenderla ti mastica fino a digerirti.
Questo è quello che è successo. Masticati e digeriti senza
sforzo. Probabilmente cambiando modulo non sarebbe cambiato il risultato, ma di
sicuro lo sforzo che il Napoli avrebbe dovuto profondere sarebbe stato
maggiore.
Adesso i giallorossi cambieranno scala cromatica, dall’azzurro
al blues. Si vola al Londra ad affrontare un Chelsea ferito ed arrabbiato.  Manolas, strappato,  resta a casa, il morale viaggerà in incognito
ben nascosto sotto i tacchi, speriamo abbondino almeno i santini di San
Quattrotretre, hai visto mai funzioni per una volta.

Angelo Spada


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