Analisi del match City-Napoli
Napoli dalla doppia personalità quello che è uscito sconfitto di misura sul campo del Manchester City di Pep Guardiola. L’ esame di maturità sulla tenuta mentale, che in Italia per adesso è stato superato in maniera brillante, oltre i confini, e con squadre di caratura elevata, si è rivelato più ostico del previsto. La promozione è stata raggiunta, ok, ma non a pieni voti, anzi ci sono molti argomenti su cui i partenopei sono apparsi poco preparati e, di conseguenza, rimandati.
Il primo tempo del Napoli è stato, per un’ ampia mezz’ora, a dir poco terrificante: nessun tiro per gli azzurri, 10 per gli inglesi. Squadra frastornata dal 4-1-4-1 di Guardiola, con David Silva e De Bruyne, posizionati sulla linea dei mediani, che hanno tritato i dirimpettai Zielinski ed Hamsik, i quali nei primi 33 minuti non li hanno beccati mai. La squadra inglese usciva fuori con velocità e tecnica dalla pressione poco adeguata degli azzurri, per poi far arrivare la palla a Sane‘ e Sterling che non avevamo particolari difficoltà nell ‘uno contro uno con i difensori partenopei. Poco a poco il Napoli si è risvegliato dal torpore e ha iniziato a venire fuori di squadra: pressing maggiormente accompagnato e occupazione degli spazi più efficace, e palleggio ritrovato; anche se azioni clamorose da gol nn ci sono state, tranne quella del rigore assegnato al 38′: ma Mertens, non in serata, tira centrale permettendo ad Ederson, portiere degli inglesi, di intercettare senza troppi problemi, con il supporto dei piedi.
Il secondo tempo il Napoli continua sulla stessa lunghezza d’ onda del finale del primo, pallino del gioco ritrovato e azioni da gol più interessanti; gli azzurri sono più vivi e sembrano la squadra che ci siamo abituati a vedere nel nostro campionato, di certo il Manchester non è sparito ma ha ribatutto colpo su colpo, anche se maggiormente nelle vesti di contropiedista. Il pallone, il Napoli, lo cercava e lo conquistava con meno problemi, sviluppando azioni concrete, con Hamisk che sprecava clamorosamente sul punteggio di 2-0, e con Mertens che mandava, con un tiro sbilenco, la palla a lato da buona posizione, fallendo così il gol del pari. Ma facciamo un passo indietro: sul 2-0 il Napoli trova il secondo rigore di serata, grazie a Ghoulam che entra in area con “prepotenza” e viene sgambettato, l’arbitro non può fare altro che decretare il rigore, rigore che va a calciare a sorpresa Diawara, il quale, con freddezza, deposita in rete. La partita si conclude 2-1 per gli inglesi che ha messo in evidenza ombre e luci. Le ombre sono raffigurate dai primi 33 minuti e dalle prove incolori di Mertens, Hamsik e Zielinski. Le luci, invece, arrivano da Insigne (uscito in via precazuzionale), Allan (ancora in panchina in Champions) e Ghoulam, i tre sono stati, quasi all’ unanimità, giudicati i migliori in campo. Prova in chiaroscuro, invece, per gli uomini della linea difensiva azzurra.
Partita che non ridimensiona gli azzurri, anche se, per buona parte del primo tempo, chiunque si sarà preoccupato; per fortuna gli azzurri si sono ritrovati, sfoderando una buona prestazione che ha ridato le certezze acquisite nel campionato italiano.
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});