E’ stata dunque fatale per Sinisa Mihajlovic la sconfitta in Coppa Italia nel derby contro la Juve. Nella notte il DS Petrachi gli ha comunicato di averlo sollevato dall’incarico, ovviamente di comune accordo con il Presidente Cairo. Una decisione tanto improvvisa quanto discutibile, almeno stando alla analisi doverosa del lavoro del tecnico serbo in questo anno e mezzo di avventura a Torino. Ma può essere decisiva una partita di Coppa giocata per giunta in casa di una delle squadre più forti dell’intero campionato ? Probabilmente no. E allora tocca andare a ritroso per capire i motivi di insoddisfazione della dirigenza granata. Questa stagione era partita con i presupposti della definitiva consacrazione del Toro, l’obiettivo conclamato era centrare il traguardo europeo tanto atteso dalla piazza per ridare verve ad un ambiente che mai ha abbandonato la squadra mostrando un affetto costante nel tempo. Una campagna acquisti mirata per concedere a Mihajlovic gli uomini giusti per il 4-2-3-1 che avrebbe dovuto rappresentare garanzia di gol e spettacolo. Niang il pezzo più pregiato (sulla carta) nonché più costoso dell’era Cairo per ora rivelatosi un vero buco nell’acqua. Troppi pareggi in campionato, ben dieci, due dei quali avvenuti in situazione di doppio vantaggio prima con il Verona e poi con la Spal. Evidentemente questi risultati non sono stati ritenuti soddisfacenti ai vertici della Società. In mezzo il cambio di modulo, un passo indietro e il ritorno al 4-3-3 che probabilmente offriva maggiore equilibrio tattico ad una squadra che appariva troppo sofferente in fase di non possesso. Può dunque essere un difetto rivedere le proprie idee tattiche per salvaguardare gli interessi di squadra ? Ci permettiamo di addurre l’esempio di Sarri, arrivato a Napoli con in mente l’idea di riproporre il 4-3-1-2 che lo aveva portato alla ribalta salvo poi accorgersi che non sembrava essere il sistema di gioco più adatto alle peculiarità dei propri uomini. I tempi attuali ci consegnano le dichiarazioni di Guardiola sul calcio di Sarri definito il migliore d’Europa.
Se Mazzarri dunque sarà non mancherà di certo il lavoro, il 2018 anno di volta per il progetto granata.
A cura di Paolo Cassano
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