Ancora una sconfitta interna per una Roma sfortunata ma anche lenta ed inconcludente. E dietro arriva la Lazio come un treno
La sconfitta della Roma nel match casalingo contro la
Fiorentina è precisa come una tac ben fatta; fotografa e racconta la sfortuna
dei giallorossi, la loro cronica sterilità in attacco, l’essere Dzeko-dipendenti,
ed evidenzia in tutti i modi possibili una condizione fisica precaria.
Fiorentina è precisa come una tac ben fatta; fotografa e racconta la sfortuna
dei giallorossi, la loro cronica sterilità in attacco, l’essere Dzeko-dipendenti,
ed evidenzia in tutti i modi possibili una condizione fisica precaria.
All’occhio più attento, poi, non sfuggirà l’evidenza di una campagna acquisti scellerata.
Quando Di Francesco opta per il turnover, il livello tecnico
cala precipitosamente, la qualità del gioco ne risente ed i risultati diventano
chimere.
cala precipitosamente, la qualità del gioco ne risente ed i risultati diventano
chimere.
Così, di fornte ad una Roma infarcita di Juan Jesus et simili,
è bastata una Fiorentina accorta e compatta per annullare gli attacchi
giallorossi, mentre un semplicemente vivace Simeone (non ha ancora nulla del
grande giocatore se non il cognome) ha fatto ammattire una difesa di solito più
attenta e meno penetrabile.
è bastata una Fiorentina accorta e compatta per annullare gli attacchi
giallorossi, mentre un semplicemente vivace Simeone (non ha ancora nulla del
grande giocatore se non il cognome) ha fatto ammattire una difesa di solito più
attenta e meno penetrabile.
Risulta difficile pensare che la testa dei romanisti fosse
all’inutile partita col Barcellona. Se davvero pensano di avere una chance di
qualificazione sono folli. Il massimo che si possa ottenere è evitare l’onta di
un cappotto, magari con una vittoria di misura che porterebbe a Pallotta
qualche euro in più da far dilapidare a Monchi la prossima estate.
all’inutile partita col Barcellona. Se davvero pensano di avere una chance di
qualificazione sono folli. Il massimo che si possa ottenere è evitare l’onta di
un cappotto, magari con una vittoria di misura che porterebbe a Pallotta
qualche euro in più da far dilapidare a Monchi la prossima estate.
Dilapidare si. Perché questo celebratissimo ds, accolto come
Re Mida, ha speso soldi per fallimenti assoluti come Schick, Defrel, Hector Moreno
e tragedie viventi come Gonalons; il
francese se fosse inutile andrebbe anche
bene, ma invece è proprio dannoso, letale se si impegna.
Re Mida, ha speso soldi per fallimenti assoluti come Schick, Defrel, Hector Moreno
e tragedie viventi come Gonalons; il
francese se fosse inutile andrebbe anche
bene, ma invece è proprio dannoso, letale se si impegna.
A costo di essere ripetitivi ribadiamo un concetto semplice:
per questa Roma al ketchup è più importante essere nella prossima Champions che
affannarsi per andare oltre.
per questa Roma al ketchup è più importante essere nella prossima Champions che
affannarsi per andare oltre.
La Champions 2018-19 è sopravvivenza, quella di quest’anno
gloria inattesa e da dimenticare.
gloria inattesa e da dimenticare.
Invece le due vigilie col Barcellona sono costate l’aggancio
della Lazio e praticamente anche dell’Inter.
della Lazio e praticamente anche dell’Inter.
Se Di Francesco dovesse arrivare quinto, oltre ad aver
fallito lui, precipiterebbe la società in una nuova crisi di liquidità tale per
cui Monchi potrebbe vendere tutti e tutto, non sfuggirebbero nemmeno foto autenticate
di Totti a quanto pare.
fallito lui, precipiterebbe la società in una nuova crisi di liquidità tale per
cui Monchi potrebbe vendere tutti e tutto, non sfuggirebbero nemmeno foto autenticate
di Totti a quanto pare.
Lo sprint decisivo per la Roma inizia dal prossimo turno di
campionato, lasciassero perdere le distrazioni.
campionato, lasciassero perdere le distrazioni.
Ps Può anche darsi che la Fiorentina stia giocando in 12 da
un po’; non avremo mai certezze che il suo numero 13 sia ancora tra i suoi
compagni, ben nascosto dalla coltre invisibile del destino beffardo, ma è
dolcissimo il sospetto.
un po’; non avremo mai certezze che il suo numero 13 sia ancora tra i suoi
compagni, ben nascosto dalla coltre invisibile del destino beffardo, ma è
dolcissimo il sospetto.
Angelo Spada
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